Crétamianaz

Questa bella frazione composta da poche abitazioni si trova sulla dorsale della collina di Saint-Vincent poco a nord del villaggio di Valmignana, a circa 1000 metri slm, ed è posizionata nella parte alta di un canalone; le case, parzialmente nascoste da maestosi alberi di castagno, sono raggiungibili solamente a piedi o con mezzi agricoli. Questo piccolo insieme di case praticamente disabitato gode di una posizione molto particolare e il panorama che si gode da lassù è davvero unico. A monte dell'abitato ampi boschi di aghiformi si alternano a castagneti e a superfici di terra molto scoscese oggi destinate al pascolo e paiono proteggere dai freddi venti del nord quelle poche dimore cariche di storia e di cultura; il territorio circostante è ricoperto da pietraie anche se mostra ancora tracce di antiche colture e segni inequivocabili di un non certo facile insediamento da parte dell'uomo e del suo difficile rapporto con la natura. E' accertato che lassù, fino agli anni cinquanta del secolo passato, alcune famiglie abitavano stabilmente tutto l'anno lavorandone e sfruttandone le scoscese campagne per renderle produttive; domandarsi quando l'uomo si insediò su quel territorio sembra essere assolutamente inutile. Ciò che è invece appurato è che verso la metà del Seicento alcuni rappresentanti delle famiglie Obert e Isabellon procedettero ad un atto di divisione di beni immobiliari e fondiari situati in quella località. Una discreta serie di documenti di quell'epoca, oggi conservati in un fondo privato, ci informano che quegli Obert erano gli eredi dei notai Simon e Martin Obert (padre e figlio), professionisti originari di Ayas ma da tempo sicuramente residenti nel villaggio di Salirod, dove Simon (che esercitava la professione notarile) aveva contratto matrimonio con una Isabellon. Ritornando però alla classificazione dei fondi oggetto della divisione, si ha modo di accertare che malgrado l'asprezza e la declività del terreno, le particelle censite a campo sono comunque numerose; dalla stessa fonte documentale risalente al 21 novembre 1670 si accerta che Crétamianaz era dotata di un forno per la panificazione (l'informazione è contenuta in un atto di divisione laddove si parla di un … pré du noyer du four ciò che inequivocabilmente confermerebbe già all'epoca la presenza di un forno per la panificazione in quel villaggio); la presenza di tale manufatto (oggi praticamente scomparso) è riconfermata all'interno di un atto di vendita stipulato il 2 luglio 1721 nel borgo di Saint-Vincent dal notaio Jean-Joseph Péaquin e successivamente in un ennesimo atto notarile del 1824 all'interno del quale è citato … le four des frères Obert. In altre carte si parla anche di … cortillon (quindi minuscole superfici di terra, adiacenti le abitazioni e destinate a colture agricole), di alberi di castagno, di ciliegio, di pere e in particolare di noci. Credo a questo punto sia necessario fare un piccolo inciso parlando degli alberi di castagno; questa pianta di grandi dimensioni per secoli è stata un prezioso supporto all'economia delle nostre famiglie, … economia di sussistenza in un regime di autarchia quasi totale ...(“Del pio castagno”, S. Favre, in Environnement, n. 20, 2002). Dalle già citate carte si ricavano alcune ricche informazioni sui castagni, sulla qualità di frutti messi in coltura e sulla compravendita degli alberi. Frequentemente, nei casi di compravendita, solo l'albero cambiava proprietario a differenza del terreno su cui cresceva che restava di proprietà dell'acquirente (e dei suoi eredi); questi avevano però l'obbligo di mantenere sgombro da foglie, ricci e ramaglie tutta l'area ricoperta dall'albero e appartenente ad altri. Per contro le castagne, le ramaglie e il legname erano del nuovo proprietario; verso la metà del Settecento, nei dintorni di Crétamianaz, alcuni Obert avevano acquistato numerosi alberi pattuendo il prezzo medio in … huit livres et vingt sols; ma i castagni per essere produttivi necessitavano di innesti e a tal proposito è curioso quanto lasciatoci scritto da tale Jean-Vincent Obert che in una memoria risalente al mese di maggio dell'anno 1767, scrive: (j'ai) reçu (pour) une journée à enter (innestare) les châtaigner, huit sols, specificando inoltre che le varietà di castagne oggetto dei suoi interventi sono … blanchette, bonnaye et bonentoz. I preziosi frutti, dopo opportune lavorazioni, erano commercializzati con il generico nome di châtaignes blanches. Ma altro importante sostegno all'economia delle famiglie dell'epoca erano senza dubbio i campi coltivati a cereali la cui necessaria acqua era garantita nella giornata di domenica, ogni quindici giorni, sia dal Ru de la montagne (Ru Courtaud) che da un piccolo invaso a monte del villaggio noto con il nome di pissine des Herianes. L'acqua necessitante alle persone di Crétamianaz e ai loro animali, giungeva da una piccola sorgente che viene ricordata sì fresca ma “infedele”, in particolare durante stagioni particolarmente asciutte e prive di precipitazioni. Il toponimo della località (che verosimilmente potrebbe indicare una “cresta mezzana”), si mantiene quasi inalterato per almeno quattro secoli seppure con leggere varianti: Crestameana (nel 1670) e Cristamiana nel 1672; in un atto del 1745 il nome del villaggio diventa Crestamianaz. Sei anni dopo diventa Crettamianaz; nel 1775 sullo stesso documento è addirittura scritto in due versioni diverse: Cretaminianaz o Cretamianaz e in questo modo pare mantenersi nei secoli; oggi la dizione esatta è Crétamianaz. Si ha ragione di credere che originariamente l'abitato sia nato intorno ad un unico edificio avente forse funzioni di alpeggio; successivamente con il passare del tempo il nucleo originario è stato ampliato con l'aggiunta di nuovi corpi d'abitazione. Oggi guardando quelle dimore dalla tipica architettura di montagna si è ragionevolmente portati a ritenere che quelle costruzioni sono state edificate in tempi molto lontani da noi anche se sicuramente rimaneggiate più volte nel corso dei secoli. La solidità degli edifici, caratterizzati anche da un bellissimo esempio di granaio in legno, raccontano le innate capacità dell'uomo di servirsi per le costruzioni delle sue abitazioni da quello che la natura offriva con abbondanza: pietra e legno. Il piccolo abitato fu quasi totalmente abbandonato verso la metà del secolo scorso; in seguito è noto che una sola famiglia vi risiedeva durante la stagione estiva. Oggi Crétamianaz è frequentata con assiduità solo dagli animali selvatici (in particolare cinghiali) mentre sembrano davvero rari i visitatori che salgono lassù. Tra le strutture antiche presenti a Crétamianaz va ricordato il piccolo oratorio posto sotto la protezione della Vergine, oggi totalmente spoglio e purtroppo fortemente deteriorato e in gravi condizioni statiche, (ri-?)edificato verso la metà del XIX° secolo per volontà di alcune donne della famiglia Obert che lassù risiedevano e che il parroco di Saint-Vincent Charles Bich (1878-1898) ricorda nel suo inedito Cahier per la loro grande devozione e fede. Di quel piccolo ma sicuramente caratteristico manufatto è da sottolineare la bellezza dei dipinti che un tempo ornavano con colori brillanti l'intera facciata e l'interno che oggi stanno purtroppo deteriorandosi a causa dell'incuria dell'uomo e delle stagioni. E a proposito di aspetti e manufatti legati alla fede è necessario citare anche il soprastante (e non distante) oratorio di Bancun fatto edificare dalla famiglia Péaquin di St-Vincent in seguito ad un voto fatto alla Vergine a lato della mulattiera che collega Pra di Ran ad Amay.

Crètier Piergiorgio