Scuole

Le scuole: da quelle di villaggio a quelle esistenti oggi…

Le scuole rurali di Saint-Vincent

Come e quando sono nate le scuole rurali un tempo presenti nel nostro paese? Per poter rispondere a questa domanda è necessario fare una premessa e ritornare al Concilio di Trento (1545-1563) e alle disposizioni emanate in quella sede. La Chiesa, in quel secolo, stava attuando un grande progetto volto alla riforma della vita religiosa e della disciplina ecclesiastica per controbattere l'avanzata della chiesa protestante. Tra le varie e importanti decisioni prese vi era quella relativa ad una rinnovata evangelizzazione tra la gente e in particolare a quelle persone che abitando lontano dalle grandi chiese o cattedrali erano fragili prede dei mistificatori e imbroglioni. La linea decisa dai Padri Conciliatori era in buona sostanza univoca: la popolazione doveva conoscere le Sacre Scritture in quanto solo l'approfondita conoscenza di queste era garanzia per la salvezza dell'anima. A livello locale possiamo dire che la vicinanza della Valle a Ginevra, patria del calvinismo, era motivo di grande preoccupazione per le nostre autorità ecclesiastiche. Dobbiamo però considerare anche il fatto che la Chiesa valdostana aveva un suo rito particolare e soprattutto dipendeva dalla Chiesa francese di Tarantasia per cui le disposizioni tridentine giunsero da noi solo tantissimo tempo dopo. Ciò nonostante numerosi vescovi, succedendosi al soglio di san Grato ad Aosta, si attivarono affinché alla locale popolazione fosse garantita un’adeguata istruzione, strumento indispensabile per combattere l'eresia. L'istruzione rurale in Valle d'Aosta si deve alla determinazione dei nostri vescovi e in particolare alla decisa opera di Jean-François de Sales. Quest'uomo di origine savoiarda, vera personalità sacerdotale, si attivò fin dal suo insediamento, avvenuto nel 1741, affinché su tutto il territorio regionale fossero istituite scuole; il teorema del pastore si basava sul fatto che gli ignoranti non potevano leggere le Sacre Scritture e conseguentemente non potevano essere buoni cristiani e avere un posto nella Chiesa dei cieli: la salvezza avveniva solo attraverso l'istruzione. In buona sostanza l'inattività invernale della popolazione, se non occupata sui banchi di scuola, portava ai vizi, alle deviazioni e in un certo modo favoriva la persistenza di culti pagani. Come tutte le innovazioni (e questa lo era davvero!) anche il "progetto scuole" incontrò fin dal suo nascere enormi resistenze tra gli stessi responsabili delle comunità locali e, pare, in alcuni casi anche tra i sacerdoti. Una "macchina per la creazione di scuole e per il loro sostentamento" fu attivata dal clero valdostano su tutto il territorio e ben presto giunsero i primi risultati e successi. Sappiamo che a Saint-Vincent una scuola per soli ragazzi venne istituita nel capoluogo il 2 luglio dell'anno 1768 e un trentennio dopo quella data ne venne istituita una seconda riservata questa volta alle ragazze. Nel corso del 1783 venne fondata la scuola di Moron; nel 1800 quella di Perrière, nel 1812 quelle di Grun e di Lenty e infine quella di Amay nel corso del 1818. Tutte queste istituzioni erano rette e gestite da religiosi e il sostentamento economico era ricavato da lasciti specifici, rendite di proprietà ecclesiastiche o con denaro concesso dalle amministrazioni delle cappelle o da istituzioni religiose (es. Le Confraternite del Santo Spirito, ecc.). Esistevano però in altre frazioni del nostro paese scuole non "ufficializzate" ma rette da persone di profonda e provata fede e di discreta istruzione; saltuariamente costoro "tenevano lezione". E’ il caso di Glereyaz, del Grand-Rhun, di Torrent-Sec e di Feilley (la cui erezione "ufficiale" è sicuramente da datarsi in epoca successiva a quella delle sedi collinari). Se per il borgo gli idonei locali appartenevano all'Ente Pubblico così non era per i villaggi dove frequentemente i corsi erano tenuti nelle stalle e questo in virtù del fatto che garantivano locali sufficientemente grandi e caldi. Il fatto del riscaldamento ci porta ad altre precisazioni circa il tempo di frequenza degli allievi. Nelle scuole del capoluogo (e questo almeno nei primi anni del XIX° secolo) i corsi avevano una durata pari a dieci mesi mentre in tutte le frazioni (Moron compreso) il ciclo scolastico prendeva avvio ai primi di dicembre per concludersi alla fine di febbraio (epoca in cui la campagna necessitava nuovamente di braccia per le lavorazioni primaverili). Le testimonianze orali ci informano che nel secolo corrente lo scolaro lasciava l'abitazione per recarsi a scuola, munito anche di un ceppo di legno per garantire una certa continuità dell'attività della stufa nell'aula. Escludendo la scuola maschile del borgo (che prevedeva ben sei anni per il completamento del corso) negli altri casi l'istruzione data ai ragazzi si condensava all'insegnamento delle basi dello scrivere (nome e cognome in particolare) mentre il leggere prevedeva la conoscenza dei dettati del catechismo (attraverso una lettura sicura e lineare) e i primi rudimenti di carattere generale sui libri. A tutti erano inoltre impartite lezioni di matematica. Circa la composizione del corpo insegnanti siamo informati da uno scritto, risalente al 1809 e redatto dal parroco Freppaz, che nel borgo l'insegnamento per un lungo periodo fu affidato al sacerdote Michel-Joseph Camos su diretta nomina del vescovo; costui doveva inoltre essere di supporto al parroco durante tutte le funzioni religiose e celebrare messa tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto. Nel citato scritto è detto che a Moron la nomina dell'insegnante spettava al villaggio previa autorizzazione del parroco e nel periodo 1805-1809 la cattedra venne occupata dal notaio Ambroise Charbonnier. Di entrambi gli insegnanti, il parroco (nel citato scritto) tesse le lodi. Circa la retribuzione spettante al corpo insegnante si apprende dalle carte che il denaro necessario era garantito da privati attraverso donazioni, lasciti, legati o offerte saltuarie. In alcune situazioni di estrema povertà si prelevava denaro (naturalmente con l'autorizzazione ecclesiastica) dalla cassa delle cappelle. In questa situazione appare la scuola rurale di Moron che per moltissimi decenni venne sostenuta solo ed esclusivamente dal denaro spettante alla chiesa di Moron per cui la sola istruzione data in quel villaggio (almeno nel secolo scorso) venne garantita dalle rendite della chiesa. Di fatto l'analfabetismo scomparve nella nostra regione o perlomeno fu ridotto ai minimi termini. A metà Ottocento oltre l'80% della popolazione maschile sapeva leggere e scrivere; solo le valli valdesi avevano percentuali simili se non addirittura superiori. Nel 1858 la Provincia di Aosta vantava il più alto numero di scuole: una ogni 206 abitanti! La situazione generale delle scuole di Saint-Vincent restò immutata fino al piano di laicizzazione della popolazione scolastica, conseguente alla riforma Gentile, che portò alla riduzione, e poi all'annientamento, di tutto il sistema delle vecchie scuole di montagna in questo e in altri paesi valdostani. Sarà ancora il clero (e per tutti ricordiamo l'opera dell'abbé Trèves) a ergersi come unico difensore delle scuole dei villaggi denunciando il "furto odioso" che lo Stato perpetuava ai danni delle comunità. Purtroppo la povertà della popolazione, il cambiamento delle abitudini e il progressivo spopolamento della montagna diedero fine ad un grande e realizzato sogno.

Le scuole di Saint-Vincent oggi

Nel nostro paese, in un unico polo scolastico posto in posizione centrale e nei pressi della chiesa, oggi sono presenti le seguenti strutture scolastiche: Scuola Materna Regionale, Scuola Materna diretta dalla Fondazione Crétier-Joris, Scuole Elementari, Scuole Medie, Liceo Scientifico e, nello stesso moderno stabile, anche l’IPR. In frazione Moron vi è inoltre la sede della Scuola Materna e delle Elementari della collina (che accoglie anche bambini provenienti dal vicino Comune di Emarèse).