I parroci

La vita di una comunità raccontata attraverso la cronologia dei parroci.

E’ possibile, seguendo la cronologia dei parroci che hanno retto questo paese nel corso dei secoli, tracciare e raccontare le date e gli appuntamenti più importanti cui ha partecipato questa comunità mantenendo un filo logico nel discorso e inserire nel frattempo numerose piccole informazioni relative a fatti che hanno caratterizzato i ritmi della gente di questo paese? E’ questa la domanda che mi sono posto mentre preparavo una serie di scritti che periodicamente saranno pubblicati sul nostro Bollettino. Non ha comunque molto senso proporre il solo nome del religioso quando ben sappiamo che gli sforzi fatti e i risultati ottenuti sono sovente effetti di determinate strategie, di un particolare momento o situazione. Per questo motivo, nella speranza di non stancare nessuno e senza peraltro avere particolari “ambizioni storiche” propongo queste note riguardanti aspetti comunitari.
Sembra ormai accertato che poco dopo l’alba del primo millennio la nostra chiesa terrena era già una realtà; non sappiamo quando questa fu eretta a Parrocchiale ma quasi certamente questo dovette avvenire prima dell’anno mille. Sconosciuto è anche il periodo in cui tutto il territorio posto sotto la sua giurisdizione (coincidente approssimativamente con gli attuali confini del nostro Comune), venne assegnata ai monaci benedettini della lontana abbazia di san Martino di Ainay, posta nei pressi della città di Lione in Francia. La recente pubblicazione di alcuni studi specifici ci informa che una presenza cristiana risulterebbe confermata a Saint-Vincent fin dal V secolo quando le strutture di una casa romana patrizia vennero reimpiegate per accogliere, nei pressi di un centro cristiano, alcune sepolture di ecclesiastici o comunque di personalità d’alto rango. Come dicevo, sconosciuti sembrano essere al momento il periodo in cui questo territorio venne affidato ai monaci benedettini e le motivazioni che accompagnarono questa assegnazione di terre con relative rendite e benefici. I tanti perché non hanno al momento alcuna risposta. Dalla lettura delle carte la chiesa del borgo risulta essere una presenza viva nella nostra comunità fin dal 1153 (anno in cui figura essere riconfermata con bolla papale, tra i possedimenti dell’abbazia di Ainay); innegabilmente positivi paiono essere gli effetti di tale presenza e la ricaduta di grazia sulla popolazione del tempo. Oltre alla chiesa madre fin dal dodicesimo secolo pare ormai accertata l’esistenza, nel nostro paese, di una seconda chiesa posta sulla collina, nel villaggio di Moron. E’ stato scritto che la fondazione di quest’ultimo edificio sarebbe da far risalire al 1112; purtroppo le carte che dovrebbero confermare questo fatto sono irrintracciabili così come sono totalmente assenti dal panorama dell’epoca le cappelle o comunque altri edifici sacri presenti sul territorio. Relativamente a note sulla Chiesa valdostana dell’epoca devo segnalare che il 17 settembre 1227 papa Gregorio IX conferma in uno scritto che i canonici di sant’Orso possono eleggere, unitamente a quelli del Capitolo della Cattedrale, il vescovo della diocesi. Non sono chiare le motivazioni che portano alla redazione di tale carta ma è evidente che in ambito locale stava succedendo qualcosa di importante volto principalmente alla riorganizzazione delle diocesi (così come, infatti, vedremo successivamente). Prima di quella data il privilegio dell’elezione del vescovo era riservato solo ai canonici della Cattedrale, che avocavano a sé antichi diritti e privilegi. La situazione di cui sopra non dura molto. Dal 1243 si registra un primo intervento diretto del pontefice volto alla scelta del vescovo e tre anni dopo Pierre De Pra risulta essere il primo vescovo “consigliato” dalla Santa Sede per occupare la cattedra che fu già di san Grato; di fatto si trattò di una prima timida imposizione che, come vedremo in seguito, non dovette piacere molto alla Chiesa valdostana.
Saint-Vincent: la vita di una comunità raccontata attraverso la cronologia dei parroci.
Nicolas (...?)
Avrebbe retto come parroco questa comunità dal 1320 al 1354; si tratta del primo religioso, con funzioni di parroco a Saint-Vincent, di cui si ha menzione. Sapendo che in quel periodo era presente nel nostro paese una cellula benedettina dobbiamo pensare a Nicolas come ad un frate con funzioni di rettore? oppure il citato religioso era un sacerdote secolare a cui era stata affidata la conduzione di questa parrocchia? Nel frattempo, da circa un decennio, la nostra comunità godeva di particolari franchigie accordategli da Ebalo nobile figlio del casato di Challant. Sono anni in cui un certo disordine sociale, politico ed economico sono quasi una costante; la stessa nobiltà locale pare alla ricerca di un'identità e di spazi mentre l’unica luce pare provenire solo dal faro rappresentato dalla Chiesa. La prevaricazione del ricco sul meno agiato è troppo diffusa ed esempio negativo del momento è il nobile Rolet di Verrès che compie alcune violenze contro persone d’alto rango; tra le vittime di questi soprusi va citato Jean de Polines, uomo vicino al vescovo di Aosta. Il vescovo, Arduce de Pont-Saint-Martin, irritato per tali fatti impone ai parroci della zona di evitare qualsiasi tipo di rapporto con il Rolet e i suoi complici (curiosamente si segnalano Perret de Tomin, Jean de Cillian e Vuillerme de Rhun, tutti di Saint-Vincent). Il 30 novembre 1323 Perret de Tomin (che certamente non può essere considerato un pessimo cristiano) detta le sue ultime volontà e indica suo esecutore testamentario il Prevosto Gui di Saint Gilles di Verrès; a quest’ultimo è affidato il compito di celebrare una lunghissima serie di Messe. Il Perret dispone inoltre per somme di denaro da versare a favore dell’ospedale di Saint-Vincent a cui fa anche omaggio del suo letto. Il 1324 è l’anno in cui l’Arcidiacono Guillame ha una causa con Vuillerme, priore di Nus, circa il diritto di visita pastorale nella chiesa di tale paese. La questione si chiude con il diritto dell’arcidiacono a compiere tale visita e a incamerarne le rendite. Il 17 agosto 1325 Pierre di Challant, signore di Châtillon, concede ad alcuni proprietari terrieri residenti nel borgo di Saint-Vincent e nelle frazioni adiacenti, di poter deviare parte delle acque del torrente Marmore con lo scavo di un canale che prenderà inizialmente il nome di Magnus Rivus Sancti Vincentii per poi essere sostituito in epoche recenti con quello di Canale della Piana. Il 3 gennaio 1326 il vescovo tiene pubblica udienza nella sua residenza di Issogne (territorio del quale egli era signore temporale). Ibleto, dei signori di Gressan, afferma in tale occasione che il priore di Nus s’era permesso di ingiuriare il prevosto di Verrès in occasione della sentenza pronunciata nella causa tra il priore di Nus e il parroco di Saint-Vincent. La causa di cui si parla era relativa alle rendite della parrocchia e alle decime che il suo rettore doveva pagare al Priore di Nus; come avremo modo di leggere in seguito, le cause subite o attivate dai nostri parroci per questioni economiche nel corso dei secoli paiono essere quasi una costante. Nell’aprile del 1331 è stilato dal notaio Pietro d’Ayas per conto di Guglielmo (o Vuillerme) di Rhun un atto notarile nel quale risulta beneficiata la locale chiesa parrocchiale; due anni dopo il notaio Pietro di Cillian redige un’importante carta riguardante interessi patrimoniali della chiesa locale. Nel 1340 si attiva un’ennesima causa tra il parroco di Saint-Vincent e il priore di Nus circa le offerte e le rendite che la comunità di Saint-Vincent pagava in occasione della festa patronale. Il locale parroco sosteneva che il priore di Nus doveva in quest'occasione pagare le spese relative al pranzo (a cui però partecipava anche tutta la famiglia del parroco...). Si addivenne ad una transazione redatta nel vescovado e, alla presenza di alte personalità, si convenne che il parroco avrebbe pagato in quest'occasione la somma di dieci soldi al priore e annualmente (come rendita) un importo pari a venti soldi.
Pierre de La Tour Sarriod, ...1349...1361...
La prima menzione di questo sacerdote è in una pergamena contenente atto notarile di Legato a favore della chiesa. Il religioso Pierre, che compare come parroco del nostro paese, era della casata dei nobili e potenti signori De La Tour Sarriod. In quel periodo il vescovo di Aosta era Emerico II, dei nobili signori di Quart. Tra le notizie anche se non espressamente relative a quell’epoca segnaliamo che la carica di vescovo della nostra diocesi era da secoli (e questo fino al secolo scorso) accompagnata dal titolo di Conte.
Godefroy de Challant ...1362... ...1384...
Figlio del nobile casato la cui storia si intreccia per secoli con la storia della Regione questo sacerdote era parroco commendatario; significa che risiedeva altrove (era, infatti, anche canonico di Sion) e faceva reggere la parrocchia da un altro religioso. Un documento del 31 agosto 1362 c'informa che Godefroy quel giorno infeudò un prato di sua proprietà posto a Pontey; l’atto, redatto dal notaio Perrod di Fénis, venne stilato secondo le consuetudini dell’epoca nel cimitero di Saint-Marcel in presenza di Jean di Cillian, parroco di quel paese. Il 5 agosto dell’anno 1362 Giovanni Crestyan, mugnaio di Saint-Vincent riconosce di tenere in feudo da Ebalo di Challant tutti i mulini presenti nel territorio del nostro Comune. Due anni dopo il responsabile dell’antico ospedale-ospizio di Saint-Vincent (posto nei pressi delle mura di cui era cinto il nostro antico borgo) era il canonico regolare Jacques di Saint-Gilles di Verrès. Nel 1375 è nominato vescovo della Diocesi Bonifacio di Challant; costui, l’otto aprile 1376, è a Saint-Vincent; qui, davanti alla casa del mistrale (funzionario ducale), passa quietanza al nobile Nicod, figlio di Jean Lostan, di alcune rendite che costui deve alla mensa vescovile. Nello stesso anno, il 24 dicembre, numerose persone di questo paese, unitamente ad altre residenti a Chamois, riconoscono di dover pagare censi in quanto detengono terreni (e godono delle rendite di questi) dal nobile Ibleto, signore di Challant. Nel corso del 1377 il castello di Montjovet ospita come prigioniero il vescovo di Vercelli Jean Fieschi, imprigionato grazie ad una congiura architettata da alcuni feudatari biellesi. Nel 1383 il priore di Nus era il benedettino Guillaume de la Balme; è con lui che appare uno dei primi legami scritti che collegano la parrocchia priorale di Nus all’abbazia di Ainay: In quella data infatti il priore di quel paese riconosce di dover pagare al sacrestano di Ainay l’annuale censo di tre lire di cera nuova. Nel 1384 il notaio Guglielmo Franchini redige un atto notarile di conferma di feudo e nella carta è naturalmente citato come curato di Saint-Vincent, Gotofredo di Challant. Nel corso del 1393 il signore Ibleto di Challant concede alla comunità della montagna di Saint-Vincent (rappresentata dai capifamiglia) di costruire un canale lungo oltre venticinque chilometri per portare una consistente quantità d’acqua dalle nevi del monte Rosa fino al colle di Joux da dove scenderà (dividendosi in numerosi rami) verso le frazioni collinari del nostro paese: si tratta dell’ancora utilizzato canale, o Ru, Courtaud. Il sette luglio 1399 muore il vescovo di Aosta, Jacques Ferrandin; è l’ultimo religioso valdostano a occupare la cattedra di San Grato. La Chiesa valdostana, per non aver voluto cambiare il suo rito tipicamente locale e strettamente legato alla Chiesa gallicana d’oltralpe, dovrà attendere fino al 1867 (poco meno di cinque secoli) per rivedere un suo figlio occupare questa carica. Nel 1867 verrà infatti nominato vescovo della nostra diocesi Jacques-Joseph Jans. Nel corso del 1409 il nostro paese è rappresentato alle udienze generali di Aosta da un Mistralis, dell’omonima nobile famiglia locale.
Vuillerme de Ville Morte, ...1410...
La sola cosa che sappiamo di questo religioso è relativa al fatto che costui era originario di una piccola frazione del Comune di Quart. Il 21 settembre 1410 muore il nobile Ibleto di Challant e il corpo (secondo le sue volontà) è sepolto all’interno della chiesa-collegiata di Saint-Gilles di Verrès; vescovo dell’epoca è il savoiardo Pierre de Sonnaz che decede nello stesso anno. Nel gennaio dell’anno successivo il papa designa alla guida della chiesa valdostana il vescovo Oger Moriset, anch’egli di origine savoiarda; costui, nel corso dell’anno 1411, ordina al clero locale che le omelie pronunciate nelle chiese siano compiute in lingua francese e questo affinché il popolo comprenda. Nel 1413 la nostra chiesa, e il suo rettore spirituale, ospita i funzionari del vescovo in visita pastorale. Risulta da alcune carte che nel 1415, i parroci di Montjovet avevano l’obbligo di celebrare settimanalmente due messe nella cappella del castello di quel comune. Nell’abside della nostra chiesa da alcuni decenni sono tornate alla luce pitture che stando alla dicitura ...hoc fecit fieri Vicarius Vuillermes de Ville Morte furono volute da questo parroco e appunto ultimate nel corso del 1416. Gli affreschi furono eseguiti probabilmente da Giacomo Jaquerio o comunque dalla sua scuola; secondo la Prof.ssa Noemi Gabrielli ...l’eleganza compositiva, la grandiosità dell’impostazione delle figure, la ricerca di sfarzo nei paludamenti ne fanno uno dei documenti più notevoli della pittura valdostana di tutti i tempi. Nel marzo del 1416 Sigismondo, imperatore italico, concede a Francesco, signore di Challant, un passaporto da utilizzare per un viaggio da compiersi a Santiago de Compostella nella regione spagnola della Galizia a seguito di un voto; Francesco però non compie il viaggio annunciato e nel 1423 ottiene una dispensa dal voto commutabile però con altre opere di pietà. A titolo di curiosità devo aggiungere che il nobile doveva essere un po’ distratto in quanto nel 1429 è condannato dal tribunale a pagare all’abate del monastero di Saint-Maurice d’Augune una somma di oltre duecento fiorini d’oro per non aver ottemperato all’annuale pagamento del censo dovuto alla nobile istituzione monastica di cui era feudatario nella valle d’Ayas. Nel corso del 1418 si definiscono alcune questioni di carattere tecnico e fiscale tra il vescovo e il prevosto della Cattedrale circa i limiti del decanato (nel cui interno era anche la parrocchia di Saint-Vincent) da sempre oggetto di contestazioni tra le parti. Da notare in quel periodo i fatti e gli effetti legati all’interdizione nelle chiese segni inequivocabili di una Chiesa forte a livello di pastori e debole e ancora troppo confusa a livello di fedeli. I sacerdoti dovevano predicare all’esterno dei templi e i corpi dei defunti non potevano essere sepolti in terra consacrata; le confessioni erano fatte all’esterno delle chiese che di fatto erano aperte solo per il battesimo dei neonati. La comunione era conferita solo ai malati gravi.
Bartolomeo Queu de Chevre, ...1420...
Detto anche Berthod Capre. Era parroco nel 1420 ed era di origine biellese. Durante la sua reggenza riconobbe il priore di Nus come Patrono della chiesa del nostro paese. Nel corso del 1422, François de Challant figlio di Ibleto, riconferma a numerosi residenti nelle frazioni della collina il possesso del feudo dietro pagamento di una somma altissima stimata in 200 fiorini d’oro. Risulta da un atto che nel 1423 questo parroco riconfermò alla famiglia Gragnipan l’uso e lo sfruttamento di alcune terre possedute dalla parrocchia e appunto infeudate a questi ultimi. Nella carta il nome del parroco risulta essere scritto Coldecabro. Nel 1424 il vescovo Moriset riunisce in Sinodo il clero valdostano; tra le varie disposizioni emanate in quella sede si ricorda che tutti i sacerdoti dovranno intervenire a digiuno (e con la lista aggiornata dei fedeli che non avranno celebrato convenientemente la festività di Pasqua) tutti gli anni ad un mini Sinodo che si terrà in Cattedrale il martedì successivo alla seconda domenica dopo Pasqua. I sacerdoti dovranno risiedere nelle parrocchie le quali dovranno essere mantenute in ordine e in modo dignitoso. Gli stessi abiti dei religiosi dovranno essere non troppo lunghi né troppo corti; eventuali spade potranno essere portate solo durante i viaggi nei quali sono previsti dei pericoli. Al clero è inoltre vietato partecipare a giochi e frequentare locali pubblici di divertimento. Infine è assolutamente necessario mantenere aggiornati i registri degli scomunicati della parrocchia. Alla sessione dei lavori partecipa naturalmente anche l’allora parroco di Saint-Vincent. Il 15 giugno 1424 il duca Amedeo VIII eleva in contado la baronia di Châtillon e concede il titolo di conte a Francesco che quindi diventa primo conte di Challant. Dal 1425 il parroco di Saint-Vincent oltre all’annuale censo dovrà pagare al Priore di Nus anche la metà delle rendite ricavate dal grande prato attiguo al presbiterio denominato Verger. Nel corso del 1433 l’acqua del canale Courtaud giunge finalmente dopo quarant’anni di lavori nelle arse terre di Saint-Vincent. Giorgio figlio di nobili di Saluzzo occupa la cattedra di san Grato di Aosta come nuovo vescovo nella primavera del 1434. Il 29 giugno dello stesso anno Francesco di Challant concede franchigie agli abitanti di Issogne; tra i testimoni presenti si segnala anche tale Jean de la Perrière di Saint-Vincent.
Nicolas de Lydes, 1438-1460
Di questo religioso non possediamo nessuna informazione salvo forse il fatto che il suo cognome tradisce un’origine francese, forse savoiarda; ancora una volta dunque siamo propensi a pensare che si trattasse di uno di quei monaci provenienti dall’abbazia di Ainay. E’ questo un periodo molto travagliato ed economicamente devastante per le famiglie del paese anche se dal 1433 l’acqua del canale Courtaud diventa garanzia per l’economia dei nostri progenitori; Francesco, novello conte di Challant, nel frattempo vende a causa dei troppi debiti accumulati per preparare la dote alle figlie, il feudo di Montjovet al duca Amedeo VIII il cui castello da tempo è giudicato dai Savoia estremamente importante dal punto di vista strategico. Nel 1439 si tiene il concilio di Bale e il due luglio di quell’anno si procede all’elezione di un antipapa. Il 28 aprile 1442 muore Francesco di Challant; nel suo testamento datato 22 giugno 1437 designa come suoi eredi, contravvenendo alle regole del tempo, le figlie Caterina e Margherita. Di fatto ha inizio la decennale guerra tra i componenti di tale famiglia e tra costoro e i duchi di Savoia. Con lettere patenti spedite da Torino il 19 maggio 1459 Ludovico di Savoia concede agli abitanti di Saint-Vincent e Montjovet particolari franchigie e privilegi in materia di feudi contro pagamento di 60 scudi d’oro savoiardi.
Guillovino de Montibus ...1443...
Questo religioso è citato come vicarius di Saint-Vincent in una pergamena riportante quella data e concernente un atto di donazione beni a favore della chiesa del nostro paese. Nel corso del 1444, è nominato vescovo di Aosta il francese Antoine de Prez. Il 10 dicembre 1444, in seguito ad una sentenza, il priore di Nus Amédée de Teyssonnière è condannato a pagare il censo dovuto al sacrestano di Ainay, consistente in tre lire di cera nuova. Il tre maggio 1446 si tiene ad Aosta il Sinodo del clero valdostano che nei contenuti richiama precedenti Sinodi e disposizioni alcune delle quali ormai secolari. Dal 1444, la comunità di Saint-Vincent, grazie al Duca Ludovico di Savoia gode del diritto di tenere settimanalmente un mercato. Nel 1446 viene ultimato (da Giacomino d’Ivrea) il ciclo pittorico che anticamente ricopriva tutte le pareti del presbiterio e che ai nostri giorni è stato in parte ricuperato nelle fasce alte e basse. In essi sono rappresentati Dottori della Chiesa, santi e profeti con nelle mani filatteri con citazioni e moniti. Interessante è la chiesa dipinta nello spessore di una finestra, riaperta dopo molti secoli, che richiama fortemente la benedettina abbazia di Cluny in Borgogna. Nel frattempo i monaci benedettini di Ainay mantengono i loro diritti sulle chiese di Nus, di Saint-Barthélemy, di Quart e di Saint-Vincent. Una bolla papale datata 1448, vergata da Felice V, conferma tali possedimenti e diritti derivati. Nel corso del 1449 si tiene il processo contro Caterina di Chenal accusata di diversi atti di stregoneria e addirittura della morte di Pierre Hospitis, parroco di Montjovet. Il parroco De Lydes dispone nel suo testamento che venga cantata in suo suffragio una messa seguita da una processione da effettuarsi intorno alla chiesa accompagnata dal suono delle campane.
Giacomo Commod, 1461-1465
Di lui sappiamo che era parroco commendatario e che era originario di Ayas. Una carta ci informa che il Duca Luigi di Savoia era a Saint-Vincent il giorno 23 ottobre 1461. Il 13 maggio 1463 il vescovo Antoine de Prez consacra cinque altari all’interno della Chiesa; due anni dopo, il 17 settembre Amedeo IX di Savoia, con lettere patenti spedite da Chambery, conferma i privilegi concessi dal suo predecessore alla comunità di Saint-Vincent nel maggio del 1459. Nello stesso mese Ludovico di Savoia autorizza le comunità del mandamento di Montjovet ad eleggersi ogni anno (nel terzo giorno successivo alla festività della Pentecoste) quattro sindaci e procuratori con potere di governare, dirigere e sbrigare gli affari correnti della comunità e ordina ai castellani di Montjovet, Cly, Bard, di non contravvenire a tali disposizioni. Il 6 dicembre 1464 è redatto dal notaio Antonio Mistralis un atto di possesso fondi da parte di Giovannetta Relicta, detta Savoia; alla sua famiglia tali terre erano state concesse in uso fin dal tempo del parroco Sarriod.
Nicolas di Challant, ...1465..
Questo nome di religioso di Saint-Vincent è menzionato come parroco in una pergamena (la n. 23) conservata nell’archivio parrocchiale; nel documento datato 30 gennaio 1465 i due fratelli Coquignod di Saint-Vincent confermano di tenere per successione ereditaria alcune terre di proprietà della parrocchia. Nella citata pergamena si fa anche menzione di alcuni parroci e tra questi figura anche tale Nicolas de Challant. Lo stesso Nicolas è citato anche in una seconda pergamena datata 31 gennaio 1465.
Jean de Roux, 1465-1469
Per la nostra parrocchia si trattò quasi di una meteora. Di questo sacerdote, presumibilmente originario della vicina parrocchia di Emarèse, sappiamo molto poco. Nel maggio del 1566 Amedeo IX era ad Aosta per tenere le consuete Udienze Generali; in quella sede rappresentante del nostro paese era Louis Astesan. Vescovo d’Aosta era il ventinovenne François de Prez nipote dell’altro vescovo Antoine. Viceparroco del paese nel 1467 era Jean Ruffi.
Giorgio di Challant 1469-1509
In quell’anno muore a Pinerolo, all’età di circa settant’anni, Giorgio di Challant. Anch’egli era parroco commendatario; era infatti arcidiacono della cattedrale di Aosta, canonico della primaziale di Lione. Parroco di Fénis, Villeneuve, Valpelline, La Salle, Chivasso, Villafranca e abbazia di Pinerolo. In realtà, risulta da due pergamene conservate in parrocchia che tale religioso è già menzionato come parroco di Saint-Vincent nel gennaio del 1465. In quelle date riceve e concede infeudazione di alcune terre poste sulla nostra collina. Il 21 luglio 1474 con diploma ducale il Consiglio di Reggenza del giovane Duca Filiberto I conferma le franchigie e libertà concesse agli abitanti di Saint-Vincent da Ebalo di Challant nel 1310 e 1311. Prima del 1481 alcuni funzionari pubblici furono inviati a Chambéry per sottoporre al duca di Savoia alcune lamentele circa funzionari pubblici che angariavano i residenti; tra questi figura Louis Astesan di Saint-Vincent. Nel corso del 1483 viene fondata la cappella di Sant’Antonio a Fontainemore e dalla lettura dell’atto si nota tra i presenti anche Antoine Camos originario del nostro paese. Con lettera patente ducale inviata per conoscenza alle varie comunità, tra cui la nostra, Carlo I di Savoia deplora che le autorità civili trascurino l’amministrazione della giustizia così che molti delitti rimangano impuniti e i poveri ricorrano alla giurisdizione dei tribunali ecclesiastici e questo contro le disposizioni degli statuti. Con diploma ducale spedito da Torino in data 5 dicembre 1498 Filiberto II di Savoia riconferma i privilegi concessi dai suoi predecessori. Il duca Carlo I rinnova le diffide di due anni prima e conferma le pene. Il 16 maggio 1502 numerose persone residenti nelle frazioni collinari del nostro paese riconoscono di tenere in feudo perpetuo dal duca Filiberto II di Savoia alcuni fondi, beni e diritti feudali e si richiamano in quell’occasione a carte redatte nel 1422. Nello stesso anno, il 28 dicembre, il notaio Pierre de Villair di Mégève, in nome del duca, è presente a Saint-Vincent per stipulare atti di Reconnaissances. Il 28 dicembre riceve a Saint-Vincent, nella casa degli Challant, un atto di Reconnaissances da parte di Nicolas Vuillermina Bourgeois del paese. Nella primavera del 1504 si tiene il Sinodo del clero valdostano. In quella sede si riaffermano antiche direttive e si pongono nuove disposizione in materia fiscale.
De Criste ...1510...
La sola cosa che ci riporta a questo nome e a questo parroco è una piccola menzione contenuta in una carta di natura fiscale redatta nel corso di quell’anno.
Chenrom François, 1511-1515
La sola informazione che pare esserci pervenuta riguardo questo sacerdote ci informa che era anche chiamato Prieur. Probabilmente questo religioso era nel contempo parroco del paese e Priore della piccola cellula benedettina.
Jacquème des Vogins, 1515-...
Si tratta quasi certamente di un religioso di origine francese ed è forse l’ultimo rettore benedettino con responsabilità di parroco di Saint-Vincent. Il vescovo di Aosta è Amedeo Berruti; il giorno 25 aprile nomina suo procuratore il nobile Etienne Mistralis della nobile famiglia di Saint-Vincent. Nel corso del 1520 la nostra parrocchia cessa di essere una dipendenza dell’abbazia francese di Ainay e diventa di libera collazione del vescovo. Tra il 1522 e il 1523 fanno la loro comparsa a Saint-Vincent, Torgnon e Anthey alcuni eretici che predicano tra la gente.
Jean Mistralis ...1528...1537
Era figlio dei nobili reggenti il feudo di Saint-Vincent. Il nuovo vescovo di Aosta, Pierre Gazin, nominato nel 1528 inizia una lunghissima visita pastorale nella regione; il 4 ottobre è nel nostro paese che aveva all’epoca viceparroco tale Jacquemin de Voguia. La chiesa locale, cosa particolare, disponeva di undici altari consacrati e due non consacrati. In quei giorni il vescovo ordina di costruire una sacrestia e di far eleggere i tesorieri incaricandoli di esigere le rendite della Confraternita del Santo Spirito e di distribuire tale denaro ai poveri. Siamo nel periodo della Riforma e interesse del vescovo era combattere l’eresia e diffondere il Vangelo tra la gente; per questo motivo tutte le comunità parrocchiali della regione furono sottoposte ad intense evangelizzazioni nel corso del 1529. Mons. Duc, nella sua monumentale opera Histoire de l’église d’Aoste ci informa che la nostra parrocchia possedeva un registro dei battesimi risalente al 1533. Nel corso del 1537 anche il clero dovette pagare censi al sovrano per contribuire alle fortificazioni e alle munizioni necessarie al castello di Montjovet. Nel suo testamento il parroco Mistralis dispone affinché i suoi averi vadano all’ospedale presente nel nostro paese.
Jean Mistralis, le jeune, 1537-15...
Di questo religioso, canonico di Aosta e parroco del paese, sappiamo molto poco; risulta da una carta che nel 1537 anch’egli compie una donazione in denaro - come già il suo predecessore - a favore del locale ospedale per contribuire alla sua ricostruzione. Nello stesso anno anche il nobile Pierre-Bertrand Mistralis, dettando il suo testamento, favorisce con denaro e altri legati la citata istituzione. Nel corso del 1540 una tremenda siccità colpì tutta la regione e molti raccolti andarono persi; la stessa drammatica situazione si ripeté due anni dopo. Nel corso del 1543 il vescovo Gazin riconvocò il Sinodo della Chiesa valdostana. In quel periodo l’ospedale di Saint-Vincent aveva dei terreni siti a Torrent-Sec e Lenty che erano inseriti nei feudi di Châtillon e Chenal; conseguentemente le rendite erano a favore della corona. Il 22 agosto del 1543 il canonico Pierre de la Crète, priore di Saint-Gilles di Verrès e superiore del nostro ospizio riconosce atto di sottomissione al commissario ducale Bonifacio Mistral. Il 31 dicembre 1545 il notaio Antoine de Gergno di Valtournanche redige atto di ricognizione di feudo per conto del parroco Jean Mistralis in base ad una sentenza definitiva resa dalla curia vescovile di Aosta in data 25 agosto 1545 a favore del religioso e contro Vuillermeto e Francesco Franchini - o Franquini -, notai in Saint-Vincent. Nel 1546 su richiesta del notaio Bonifacio Mistralis commissario ducale il parroco di Saint-Vincent, Jean Mistralis, Le Jeune, dichiara di tenere in feudo dal duca Carlo III una casa sita nel paese in “carreria superiori” e un iornale di acqua per terre adiacenti.
Martinod Louis, 15...-1551
Dagli archivi non sembra rilevarsi nessuna informazione circa questo religioso che era di probabile origine locale.
Hugonet Cognendus, 1551-1573
All’apertura del Sinodo della Chiesa valdostana iniziato il 12 aprile 1553 partecipa naturalmente anche questo sacerdote (in quanto parroco del nostro paese) e viene eletto come co-procuratore del clero locale. Verso la fine dell’anno 1553 le truppe francesi di passaggio nel nostro paese compiono alcune razzie e ultimano i loro sforzi distruttivi incendiando parte del borgo e anche la chiesa subisce molti danni; a seguito di questo fatto l’edificio religioso verrà rinnovato completamente negli anni successivi. La copertura in laterizi delle navate è quasi certamente di quel periodo; precedentemente la soffittatura era in legno cassettonato ed era molto più alta dell’attuale così come confermano le strette finestre ritrovate nel corso dei restauri degli anni settanta del corrente secolo. Di quell’epoca dobbiamo segnalare anche gli splendidi affreschi opera di Filippo da Varallo. Questo religioso intentò un processo per non pagare il censo alla Cattedrale ma perse la causa. Nel 1555 rettore del nostro ospedale era il canonico Pantaléon de Bruna che come già i suoi predecessori era stato nominato a tale carica dal responsabile della prevostura di Saint-Gilles di Verrès. Il 22 settembre 1561 un decreto del duca di Savoia dispone che a partire da quell’anno tutti gli atti notarili dovranno essere redatti nella nostra regione in lingua francese che quindi dovrà sostituire a tutti gli effetti quella latina. In quello stesso anno Mons. Ferragatta, vicario del vescovo Marc-Antoine Bobba intraprende un lunghissima visita pastorale all’interno della diocesi. Il 13 agosto è a Saint-Vincent dove consacra la chiesa sotto il titolo di Saint-Vincent e Saint-Blaise. In quel periodo la nostra chiesa contava ben undici altari ivi compreso anche quello di Notre-Dame de Pitié (posto nella Cripta). Il pastore ordinò di posizionare un tabernacolo dipinto sull’altare maggiore. Quel giorno fu visitata anche la chiesa di Moron (da Hughes de la Vallette); dai verbali di quella Visita Pastorale tale chiesa risulta essere ben dotata e provvista di tutto il necessario per la celebrazione delle funzioni. Anche nella nostra parrocchia, come altrove, venne imposto al reggente spirituale di provvedere all’acquisto di un messale secondo l’uso della diocesi di Ginevra. Questo fatto sorprende in quanto mons. Gazin aveva imposto a tutti l’uso del nuovo messale secondo l’uso della nostra diocesi Aostana. Nel 1562, secondo un programma di riordino fiscale voluto dalla Santa Sede, il vescovo Marc-Antoine Bobba procede a far redigere la lista delle rendite delle parrocchie; la nostra risulta essere tra le prime in Valle come contribuzioni con un importo pari a 180 fiorini. Nel corso del 1565 una terribile peste si abbatte sulla Savoia. Per circoscrivere il male si procede alla formazione di cordoni sanitari che di fatto impediscono l’ingresso degli appestati; uno di questi fu posto tra Saint-Vincent, Brusson e Ayas sulla sella del colle di Joux. Nell’autunno del 1568 il vescovo Ferragatta convocò in Sinodo il clero valdostano; in un periodo ancora profondamente legato alle tradizioni e ad altri aspetti particolari si segnala l’obbligo di denunciare al tribunale ecclesiastico le persone che pubblicamente disconoscono la fede e la religione e tutti coloro che posseggono libri religiosi non approvati dall’Ordinario. Siamo infatti nel periodo in cui il protestantesimo inizia a diffondersi nelle nostre vallate (per la verità con ben poco successo). Dagli atti di quel Sinodo si rileva che è assolutamente vietato fare commerci di qualsivoglia genere nei cimiteri; fino ad allora infatti numerosi atti notarili, commerci di varia natura, discussioni politiche e altri momenti comunitari erano vissuti nelle aree cimiteriali solitamente poste nelle immediate adiacenze delle chiese.
Clarence Mattriou, 1573-1583
Nel corso del 1580 i benedettini di Ainay, dopo aver lasciato il nostro paese, lasciano definitivamente anche il priorato di Nus; a costoro subentrano i padri domenicani di Vercelli che formano una piccola comunità anche se disposizioni curiali prevedono che alla guida di quella parrocchia vi sia un sacerdote secolare. La trasformazione dell’immobile originale pare debba comunque farsi risalire all’anno 1588; il 20 aprile di quell’anno tale immobile, con bolla di papa Sisto V, fu ceduto a religiosi predicatori i quali lo mantennero fino al 1775. Pare comunque che in realtà questa piccola dimora fosse solo utilizzata come base per i predicatori e per i religiosi che in questa regione venivano a esercitare le funzioni di inquisitori (per dovere di informazione si ricorda che comunque i responsabili della nostra diocesi osteggiarono sempre la presenza degli Ufficiali Inquisitori nella Regione).
Pouget Claude, 1583-1620
Di questo religioso sappiamo che, come d’altronde alcuni suoi predecessori e suoi successori, anch’egli intentò un processo per non pagare il censo dovuto al Capitolo della Cattedrale ma perse la causa. Nel corso del 1585 è nominato vescovo di Aosta Jean-Geoffroi Ginod che appena due anni dopo il suo insediamento convoca un Sinodo in gennaio. Il 15 giugno 1588 è dato alle stampe il Coutumier che sarà utilizzato nelle sedi istituzionali fino al novembre del 1770 quando sarà sostituito dalle Regie Costituzioni del Regno Sardo. Nel 1588 il vescovo, durante le visite alle parrocchie giunge anche nel nostro paese; all’allora parroco Pouget (o Panget) ordina di procurarsi entro otto giorni copia degli statuti dell’ultimo Sinodo e di darne ampia diffusione tra i fedeli in caso contrario si provvederà alla sospensione del religioso ...a divinis ipso facto... Ma, nota dolente, è inoltre ordinato al parroco di produrre entro un mese i registri e le note concernenti le rendite e i privilegi fiscali di cui gode la parrocchia. Come già i suoi predecessori, anche questo sacerdote considerò lettera morta tali ordinanze e continuò nel suo ministero incurante delle disposizioni ricevute. Informato del fatto il vescovo lo fece comparire davanti al Vicario il quale lo trattenne per alcuni giorni nelle stanze del vescovado adibite a prigione. Invitato a difendersi o comunque a motivare le sue ragioni il parroco disse che gli statuti del Sinodo non li aveva procurati in quanto gli stessi non erano ancora stati stampati e che addirittura, in quanto procuratore del clero, aveva unitamente ad altri religiosi opposto appello a numerosi passaggi. Nulla sappiamo invece dei registri contenenti le rendite della parrocchia di Saint-Vincent che dovevano essere mostrati ai funzionari curiali. Il procuratore fiscale del vescovo, tal Sibué, sostenne che comunque l’arrestato con il suo comportamento aveva incorso nelle censure ecclesiastiche ma il vescovo, sentito il vicario generale, ne ordinò la liberazione. Nel corso del 1588 diventò operativo nel Ducato d’Aosta il Coutumier le cui origini e contenuti sono da ricercarsi nelle antiche costumanze presenti nella regione le quali, dopo la necessaria rilettura, vennero per l’appunto messe per iscritto e diventarono a tutti gli effetti leggi. Nel gennaio del 1590 moriva il barone Claudio di Challant, signore di Villarsel e Saint-Vincent; era fratello di Giorgio, governatore del ducato. Nel corso del 1596 il nuovo vescovo Bartolomeo Ferreri decise per un pellegrinaggio al santuario Mariano di Nostra Signora di Vico presso Mondovì per domandare alla Vergine la pioggia e la fine della pestilenza. Nell’autunno di quello stesso anno il vescovo intraprese una piccola serie di visite pastorali; le sedi minori furono affidate al vicario generale Jean-Cristophe Guichardaz che visitò la chiesa di Moron. Nel 1599 il vescovo Ferreri riconvocò un nuovo Sinodo e in quella sede furono resi pubblici i decreti e le disposizioni emanate dal Concilio di Trento. E il momento in cui tutta la Chiesa si rimette in marcia forse non molto unita ma certamente molto decisa a non lasciarsi prendere da facili entusiasmi o deviazioni di ogni genere. Nel corso del 1603 il priore di Nus, dimenticando gli antichi impegni assunti verso i suoi superiori, non paga quanto dovuto alla casa madre di Ainay; dopo un processo durato incredibilmente nel tempo il priore è condannato a pagare quanto dovuto. Dalle carte si apprende che in realtà egli non risiedendo direttamente nel priorato aveva affidato la parrocchia al sacerdote Henry Bataillon il quale non si era certo premurato di pagare. Nel 1609 si ricostruisce la chiesa di Moron da sempre dipendente dalla parrocchiale di Saint-Vincent. Nello stesso anno si ricostruisce (e questo grazie soprattutto alla magnanimità della famiglia Mistralis) la cappella di Pracourt. Il 13 aprile 1611 è nominato nuovo vescovo di Aosta Louis Martini che tre anni dopo (l’otto aprile) tiene un Sinodo nel palazzo episcopale. Il parroco di Saint-Vincent era sempre Claude Panget. Nel 1615 vi sono da parte del vescovo forti richiami al clero affinché abbandoni definitivamente il rito valdostano e gli antichi libri liturgici a favore di quelli contenenti il rito romano; queste direttive si scontrarono subito con le indicazioni del Capitolo della Cattedrale di Aosta che non giudicò favorevolmente tale proposta. Si noti che in quella data il papa, investito della cosa, ripose affermativamente al citato capitolo permettendogli il mantenimento di tali libri e antiche usanze. Nel 1618 vicario del priorato di Nus era Pierre Merlet di Saint-Vincent; costui si era lamentato in diverse sedi che le rendite e conseguentemente il suo pasto, erano insufficienti. Queste sue affermazioni provocarono una piccola sollevazione dei fedeli di Nus contro il priore e contro lo stesso inviato del vescovo a cui era stato demandato il compito di risolvere il problema. Mons. Duc ci informa che questo religioso con funzioni di vicario era caratterizzato da ...caractère emporté, imperieux et dèpourvu de l’esprit de son état.
Raymond Pierre, 1620-1624
Sappiamo che dispose nel suo testamento di essere sepolto a Rhêmes, suo paese d’origine. Il 21 agosto 1621 il vescovo tenne un Sinodo nel palazzo vescovile alla naturale presenza del clero valdostano; rappresentava il nostro paese il parroco Raymond che assunse, unitamente ad alcuni altri religiosi, la carica di procuratore del clero.
Synayet Ilario, ...1625...
Di questo parroco non vi è purtroppo nessuna informazione.
Du Praz Jean, 1626-16...
Appena due anni dopo il suo insediamento questo religioso si trova a che fare con la più terribile pestilenza scoppiata con tutta la sua gravità e con effetti devastanti in mezza Europa: la Peste. La popolazione della regione e del nostro paese soccombe e almeno due terzi degli abitanti sono vittime del contagio. Il recente ritrovamento del registro delle sepolture della nostra parrocchia ci illustra una situazione davvero catastrofica e tra le righe ci porta a presumere che questo sacerdote sia anch’egli deceduto nel primo periodo del male: quasi certamente nel mese di maggio o giugno 1630. Nel giugno dell’anno 1629 il Vicebalivo di Aosta con propria ordinanza impone ai vagabondi, questuanti, e poveri senza fissa dimora di ritirarsi nelle proprie regioni di appartenenza durante il periodo della mietitura; chi verrà trovato ancora errante nelle campagne della nostra regione sarà imprigionato.
Cappellin François, ...1631...
In realtà non sappiamo se questo religioso abbia davvero avuto la reggenza della nostra comunità spirituale o se invece la sua presenza sia stata solo temporanea e non ufficializzata da una nomina a parroco. Di fatto la sua firma compare (unitamente alla dicitura Curatus) per la prima volta nell’agosto del 1631 ed è ancora lui che risulta redattore del registro delle sepolture della parrocchia due anni dopo. Dai registri parrocchiali apprendiamo che fino all’avvento della peste il numero di matrimoni registrati nel nostro paese variava annualmente da otto ad un massimo di quindici; evidentemente la virulenza del morbo era ormai passata e la popolazione guardava al futuro, se consideriamo che nel solo anno 1631 i matrimoni celebrati nel nostro paese sono ben 49!
Giovanni C(T)illermy vicarium (?) ...1633-1639(?)
In questo modo appare la firma del probabile successore (anch’egli forse solo in modo temporaneo) del Cappellin. La disomogeneità dei dati contenuti nel registro delle sepolture indica un periodo terribile ed estremamente confuso. L’anno 1639 è ricordato dalle cronache come anno terribilmente asciutto e povero di acqua.
Pictet Claude, 1642-1657
Parroco commendatario fu sostituito in sede locale dal religioso Avoyer Pierre. Nel 1644 è fondata la cappella nel villaggio collinare di Lenty e nello stesso anno abbiamo menzione dell’ultimo rettore dell’antico ospedale di Saint-Vincent che risulta essere il canonico di Saint-Gilles: Pierre Obert, già parroco di Ayas. L’anno successivo si dà inizio alla costruzione della cappella del villaggio di Feilley. Nel corso del 1657 è nominato vescovo di Aosta Milliet de Faverges di Chambery.
Bich Jacques, 1657-1673
Malgrado i sei anni trascorsi a Saint-Vincent, di questo religioso sappiamo molto poco. Dal 1659 è in carica come vescovo di Aosta Albert Bailly che nel luglio dello stesso anno convoca un mini-sinodo. Cinque anni dopo (il 7 maggio 1664) altro sinodo ricordato come un grandissimo appuntamento; sono infatti numerosi e tutti di grande importanza i decreti usciti da quella sessione di lavori. Tra le altre cose si uniscono in distretto numerose parrocchie, la nostra forma distretto con Saint-Germain, Anthey, Torgnon e Valtournanche sotto Châtillon. In totale i sinodi convocati dal vescovo Bailly sono undici. Il primitivo orologio posto sul campanile della nostra chiesa parrocchiale sarebbe da far risalire all’anno 1650. Il 1668 è nuovamente anno di terribile siccità e i fedeli di numerose parrocchie della regione ricorrono a San Grato e si recano ad Aosta dove è celebrata una solenne funzione seguita da una lunghissima processione che si snoda nelle strade dell’antica Aosta.
Champier Antoine
Reggente dal 1673 al 1707. Nel 1680 è fondata la cappella nel villaggio di Moulins. Nel corso del 1681 il barone di Châtillon rivolge una supplica scritta al vescovo di Aosta Albert Bailly per essere mantenuto nel diritto di essere incensato dal curato di quel paese durante le funzioni religiose; la risposta del prelato è favorevole al nobile che comunque aveva presentato anche una memoria di carattere storico tendente a dimostrare l’antica usanza. Nell’estate del 1699 l’allora vescovo D’Arvillars è in visita pastorale a Saint-Vincent dove tra le altre cose pone accento sullo stato non molto discreto della cappella e dell’altare di Notre-Dame de Pitié (l’attuale cripta). Nel 1702 è fondata la cappella rurale nel villaggio collinare di Perrière.
Buillet Balthazard
Parroco dal 1707 al 1733. Durante la sua reggenza si dà inizio alla costruzione della cappella di Perrière e del Santuario della Vergine di Grun. Nel corso del 1714 il vescovo D’Arvillars riunisce il clero in Sinodo; particolare attenzione viene rivolta al fenomeno del Giansenismo (e ai suoi effetti) ancora molto diffusi tra il clero e tra gli stessi credenti. Ai sacerdoti presenti al Sinodo è letta la bolla papale avente per titolo Unigenitus Dei Filius che condanna oltre cento idee tratte dal Nuovo Testamento di Quesnel. Nel 1714 nasce Jean-Baptiste Perret il sacerdote che 56 anni dopo scoprirà le acque minerali del paese. Il 28 ottobre 1727 è benedetta solennemente la cappella-santuario di Grun posta sotto la dedicazione dell’Immacolata. Tra i frati presenti nel Convento di San Francesco in Aosta in quel periodo c’era anche il religioso Antoine Lachet, originario di Saint-Vincent. Quell’anno viene nominato vescovo di Aosta il francese Jean Grillet; nel viaggio che egli compie da Torino ad Aosta per entrare in possesso della sua diocesi si ferma il 7 dicembre nella nostra parrocchia ospite a pranzo del parroco Buillet. Presumibilmente durante la sosta si è anche parlato delle numerose guarigioni che avvengono quasi quotidianamente al Santuario di Grun. Nel maggio dell’anno successivo il nuovo vescovo convoca il Sinodo e tra le curiosità si segnala la restaurazione dei distretti parrocchiali; la nostra parrocchia, unitamente a quelle di Chambave, Pontey, Saint-Denis e Diémoz risulta essere dipendente da Châtillon. Dopo pochi mesi dal suo insediamento il nuovo vescovo si ammala gravemente e muore il 13 settembre del 1730. Per i successivi dieci anni la diocesi avrà la sede vacante e questo a causa di liti, contestazioni e incomprensioni tra la Santa Sede e la Corte Sabauda di Torino. Nel corso di quello stesso anno numerosi abitanti il borgo di Saint-Vincent ricorrono all’autorità del Ducato aostano per la definizione di alcune situazioni di interesse pubblico; in particolare si sottolinea come tutti debbano concorrere alla manutenzione delle canale che portano l’acqua potabile al paese la quale serve anche nei casi d’incendio ...et pour le service public au temps des passages des troupes.
Chentre Jean
Parroco dal 1733 al 1755. Era quasi certamente di origine locale; il cognome del religioso risulta fin da antica data tra quelli presenti nel nostro paese. L’anno 1734 è ricordato nelle cronache per i lunghi periodi di siccità che provocano la perdita di numerosi raccolti. Nel corso del 1737 viene concessa finalmente all’Abbé Bréan l’autorizzazione per la costruzione di un piccolo immobile da costruirsi nei pressi del santuario di Grun con funzioni di rettoria e alloggio. Si deve alla volontà del parroco Chentre la posa di una tra le più grandi campane esistenti all’epoca in Valle e appunto datata 1742; il suo peso è prossimo a 1400 chilogrammi. L’undici marzo 1744 muore ad Aosta il padre della storiografia valdostana Jean-Baptiste De Tillier. Nello stesso anno è ricostruita e ribenedetta la cappella di Pracourt; beneficiari risultano essere il parroco Chentre, la nobile Claudine d’Entrèves, vedova di Anselmo Dunoyer, il nobile Sulpice-Cerise e infine la dama Ottavia Caterina Carrel. Il 14 marzo 1746 è rifondata e ribenedetta la cappella di Tromen che era stata precedentemente oggetto di intensi e approfonditi lavori di restauro. Il 5 febbraio 1747 la nostra comunità parrocchiale è in lutto: quel giorno a Brusson consegna infatti la sua buona anima a Dio il reverendo Pierre Bréan. Il 23 agosto 1748 la locale popolazione sanvincentina formata da oltre 225 proprietari-contribuenti, tra le prime comunità della regione, estingue i diritti feudali. Presente alla trattativa anche l’allora parroco Jean Chentre che rappresenta l’Ente in quanto proprietario di diversi terreni localizzati in particolare sulla collina. Ma problemi ben più gravi e di tutt’altra natura stanno aleggiando sopra la nostra comunità; le fornaci per la calcinazione dei minerali richiedono enormi quantità di legname. Pur non essendo esistite sul nostro territorio delle fucine per tali lavorazioni è da sottolineare come anche i boschi del nostro paese sono praticamente ridotti a pochi e insignificanti alberelli che oltre a non consentire la tenuta del terreno (favorendo di fatto frane e smottamenti) non garantiscono alla popolazione il necessario supporto di legname per lavorazioni, pali della vigna e consumi domestici. Per questo motivo numerosissime persone capeggiate dai sindaci del nostro comune ricorrono agli intendenti del Ducato per costringere i funzionari preposti al problema a impedire ulteriori tagli indiscriminati di alberi. Nel Sinodo tenutosi nel 1749 il nostro parroco è nominato dal vescovo membro in una commissione avente per fine la revisione degli statuti sinodali prima della loro stampa e distribuzione. Questo fatto conferma che il religioso Chentre era uomo di grande cultura e preparazione.
Vuillerminod Martin
Parroco nell’anno 1755. Il suo necrologio recita …il ne fit que passer. Di quell’anno necessita ricordare le questioni fiscali avanzate dal barone Carlo-Francesco Baldassare Perron concernenti e derivategli dal possesso del feudo di Saint-Vincent e i rispettivi proventi che a sua volta dovrà versare nelle casse della Corona.
Chandiou Philibert
Parroco dal 1755 al 1762. Nel corso del suo settennato si ritrovano numerosi fatti tumultuosi tra la popolazione tanto da far dire che …son ministre pastoral n’a pas été sans tempêtes. Nel 1756 ha inizio un processo che durerà ben nove anni, e che vedrà coinvolte l’amministrazione comunale di Saint-Vincent e l’associazione del canale della montagna (ru Courtaud) da un lato contro la comunità d’Ayas circa questioni concernenti diritti di passaggio, usi e quantità d’acqua prelevate in quel territorio. Considerate le numerose proprietà fondiarie appartenute all’epoca alla parrocchia si ha ragione di credere che anche il parroco abbia partecipato con interesse alle varie fasi processuali. Nel corso del 1758 una grave epidemia uccide buona parte delle bovine presenti nella regione. Anche il Conseil des Commis ...dans un élan de foi... e vista soprattutto la gravità del momento decide di far celebrare alcune messe e funzioni religiose. Nel 1760 il sindaco Claude-Anselme Lachet (medico) presente ad Aosta all’Assemblea dei Tre Stati rinnova la sua richiesta per avere un medico nel nostro paese.
De Tillier Philibert
Parroco dal 1762 al 1793. Figlio dei nobili De Tillier, risulta essere l’ultimo parroco di Saint-Vincent di nobili origini. Durante la sua permanenza e il suo ministero in questo paese è fondato un secondo vicariato perché fosse data la possibilità ad un sacerdote di fare scuola. Nel 1786 il parroco De Tillier consegnò agli archivi parrocchiali un preziosissimo manoscritto dal titolo Etat de l’église Paroissiale de Saint-Vincent all’interno del quale sono descritti gli altari, gli arredi, le Confraternite e altre informazioni circa la nostra millenaria chiesa. Verso la fine del suo mandato, si scontra con i responsabili della locale amministrazione comunale, ai quali invia missive e dai quali riceve assicurazioni o divieti per l’organizzazione e l’esecuzione di lavori che potrebbero migliorare la vivibilità del presbiterio e delle strutture annesse. Nel 1772 si registra un’importante vendita, con possibilità di riscatto, effettuata da Jean-Vincent Dufour a favore della scuola del borgo; ricevente è l’allora sindaco Jean-Baptiste Andrion. Nel corso del 1783 il clero perde il diritto all’esenzione delle imposte. Il 1° giugno 1793, appena sessantacinquenne, il parroco De Tillier decede in Saint-Vincent.
Freppaz Jean-Baptiste
Parroco dal 1793 al 1844. Originario di Issime Saint-Michel giunge a Saint-Vincent nel 1793; dotato di un temperamento forte, vive con intensità gli anni della Rivoluzione Francese e, in particolare, gli effetti sugli umori della sua comunità che si caratterizzano per un aperto spirito anticlericalista. Fin dal suo arrivo riordina numerose situazioni attinenti il culto e le funzioni ad esso collegate. Per questa ragione si scontra in modo serio con la popolazione residente nelle frazioni collinari e con la stessa amministrazione comunale. Assiste, non sappiamo se solo come spettatore o anche come attore, alle due prime Insurrections des socques (1799 e 1801) e subisce varie peripezie con le truppe napoleoniche dell’Armée che nel maggio del 1800 transitano nella nostra regione. La sua forte personalità lo porta a fare dichiarazioni contrarie allo spirito giacobino e per questo motivo è obbligato a lasciare precipitosamente questo paese; dopo una rocambolesca fuga sulle montagne si rifugia nel biellese e durante tutto questo tempo redige un diario che è tutt’oggi conservato nell’archivio della parrocchia. Dagli archivi parrocchiali abbiamo estratto una notizia che, che seppur dolorosa, merita di essere citata: il 2 settembre 1802 una bambina - Marie-Thérèse, figlia di Martin Dufour - residente in una frazione collinare, è divorata da un lupo. Ma in un periodo caratterizzato da tantissimi eventi locali e internazionali e da un’economia davvero disastrosa, sono da segnalare altri due casi tragici collegati a bambini avvenuti in questo paese; nel 1807 e nel 1808 due fratellini si persero nelle foreste del colle di Joux e quando furono ritrovati erano ormai morti. Nel 1797 riceve nel nostro paese Benedetto-Maurizio, figlio di Carlo Emanuele III e duca di Chablais che si reca alle Terme per le cure. Nel 1808 il parroco Freppaz acquista i diritti sulla sorgente e sull’adiacente proprietà. Alcuni anni dopo, nel 1828, è certamente nel ristretto gruppo di persone che con tutti gli onori del caso, ricevono la regina Maria-Teresa e le figlie che per oltre due settimane si recano quotidianamente alle Terme per le cure. Nel luglio dell’anno 1825 Jean-Baptiste Freppaz, sacerdote e nipote dell’omonimo parroco, e da alcuni mesi nel nostro paese con funzioni di viceparroco si allontana dalla parrocchia e dopo alcune ore è ritrovato alla base del Ponte Romano da cui è stato visto lanciarsi. Nell’agosto dello stesso anno anche il letterato Giosuè Carducci è ospite di questo paese per ritemprarsi e curarsi alla sorgente termale. Il parroco Freppaz, animo buono e caritatevole e conscio delle enormi difficoltà economiche della sua popolazione, fonda un Ospizio per accogliere i bimbi poveri che numerosi vivono in questo paese: La petite maison de Charité che sarà eretta in Ente Morale con decreto del re Carlo Alberto nel 1846. Il parroco Freppaz è anche grande promotore dell’istruzione popolare. Sul territorio è estremamente attivo per riuscire a fondare una scuola in ogni villaggio e, in specie, per il reperimento dei fondi necessari al fabbisogno. Riesce nell’intento di far aprire scuole in frazione Perrière (nel 1800), a Grun (nel 1812) e infine ad Amay e nei due centri di Grand e Petit Rhun nel 1818. Nel 1808 acquista i diritti sulla proprietà e sullo sfruttamento della sorgente denominata Fons Salutis; dodici anni dopo rivende tutto quanto in suo possesso, comprese alcune strutture nel frattempo fatte erigere per la migliore comodità dei suoi accorrenti, al comune di Saint-Vincent. Freppaz J.-B. è inoltre molto attento alla situazione economica della parrocchia e sono da segnalare, durante il suo mandato, l’attivazione di numerosissimi legati tendenti a migliorare la situazione della parrocchia e, in particolare, per sostenere le scuole di villaggio particolarmente onerose dal punto di vista economico. Per quanto riguarda la sua attività di pastore, istituisce Le Conseil de la Fabrique (organo amministrativo che si occupa della parte materiale della parrocchia) e Le Bureau des Marguillers. Nel primo ventennio del 1800 partecipa con la Restaurazione, alla riconsegna dei beni ecclesiastici nonché all’abbandono definitivo da parte dell’Amministrazione civile del controllo sull’attività del parroco, sui fondi della Chiesa e delle cappelle frazionali e, più in generale, sui fondi amministrati da questi Enti. Scrive e lascia depositato nell’archivio parrocchiale una sorta di quaderno-memoria all’interno del quale sono elencate numerosissime informazioni relative alle tradizioni religiose di questo paese. Nel 1820, dopo dodici anni, la parrocchia rivende diritti e proprietà della Fons Salutis alla locale municipalità. Sarà insomma un sacerdote a trecentosessanta gradi che nulla trascura, compresa l’osservazione astronomica; sue sono infatti alcune note relative a comete transitate sulla nostra regione. Il 29 marzo 1844, a Saint-Vincent, il parroco Freppaz rende la sua bella anima a Dio e oggi le sue spoglie riposano all’interno della cappella cimiteriale posta al centro del camposanto.
Lucat Grat
Parroco dal 1844 al 1862. Originario della parrocchia di Torgnon, nella Valtournenche, fu senza dubbio una vera personalità sacerdotale. Asceta …c’était l’homme de la prière, du travail, du sacrifice et de la devotion envers la Sainte Vierge Marie. Durante la sua permanenza furono effettuati importanti lavori in chiesa. Per sua volontà nel 1855 fu eretto il Santuario dell’Immacolata che, demolito negli anni cinquanta, sorgeva nel luogo dove oggi è presente la scuola materna. Anch’egli caldeggia la presenza delle scuole di villaggio sostenendone parzialmente i costi derivati dagli stipendi degli insegnanti. Sostanzialmente si mantiene inalterata la situazione con i residenti della collina che rimproverano al parroco la non esecuzione di numerose cerimonie religiose. Durante la sua permanenza a Saint-Vincent sono da segnalare la presenza di Silvio Pellico che, reduce dalla prigionia dello Spielberg, è nel nostro paese nell’estate del 1850 per le cure termali e il suo soggiorno lo vive come ospite della parrocchia nei cui locali alloggia. Ma questo parroco forse incontrò anche, nello stesso anno, Ferdinando di Savoia, duca di Genova anch’egli ricorso alle cure termali della Fons Salutis. Si consideri, a titolo d’informazione, che all’epoca, secondo i Registri del Fontaniere, erano oltre 500 le persone che annualmente raggiungevano il nostro paese per curarsi. Tra le informazioni curiose ricavate dagli archivi parrocchiali si riporta quella relativa ad una fattura rilasciata dopo il restauro di alcuni antichi messali. Il parroco Lucat decede a Saint-Vincent il 29 gennaio 1870. L’atto di morte recita: …Prêtre séculier, ex curé de Saint-Vincent, Chanoine et Supérieur des Missionnaires de ce Diocèse poi dopo altre piccole note è detto che pur essendosi preparato la tomba all’interno del Santuario non ha potuto esservi sepolto perché i suoi concittadini …les Torgnolens sont venus le prendre de nuit!
Boson Jean-Baptiste
Dal 1862 al 1863. Breve soggiorno a capo della parrocchia di Saint-Vincent per questo sacerdote di cui non abbiamo particolari informazioni. Per contro, evidentemente su spinta e volontà del parroco Boson, si segnalano importanti lavori di manutenzione straordinaria e consolidamento statico eseguiti alla plurisecolare cappella di Tromen (a monte del nostro borgo) edificata a seguito di voto civico nella seconda metà del XVI° secolo.
Lucat Aimé
Parroco dal 1864 al 1877. Nel corso del 1864 il comune a sue spese fece innalzare il secondo piano della casa parrocchiale; due anni dopo sono quasi ultimati i lavori alla cappella di Tromen In sacrestia è presente un grande armadio che porta la data 1871.
Noussan Dominique
Parroco dal 1877 al 1878. Reggenza brevissima per questo religioso a capo della parrocchia di Saint-Vincent lasciata la quale diventerà Canonico della chiesa Cattedrale di Aosta. In questa diocesi questo sacerdote nato da umile famiglia si farà notare per la sua grandissima preparazione e cultura. In quest’ultimo campo si distinguerà per la sua conoscenza storica e per gli studi storici che non verranno mai interrotti. Dal settembre 1922 fino al novembre dell’anno 1933 (anno del suo decesso) manterrà, con meritatissime doti, la prestigiosa carica di Presidente dell’Académie de Saint-Anselme. Fondata ad Aosta nel 1855, questa Académie, tutt’oggi fortemente impegnata a riunire intorno a sé il miglior drappello di intellettuali, avrà come membri onorari altissime personalità tra cui si segnalano S.A.R. il re Umberto II di Savoia e la regina Maria José
Bich Charles
Parroco dal 1878 al 1898. Nel 1889 per far fronte all’aumento della popolazione, e secondo il progetto redatto dall’ing. Boggio di Torino, la chiesa fu allungata di tre campate. Fu purtroppo distrutto un bellissimo portico in pietra esistente sulla facciata, detto paradiso e l’intera facciata, su cui erano presenti antichissimi affreschi, scomparve; alcune pietre furono riutilizzate per creare la serie di archi che sono visibili oggi ai lati della porta principale della chiesa. Tutto l’interno fu ridecorato e in modo particolare furono intonacate le colonne per armonizzare tutto l’insieme dal momento che in origine, queste, erano una diversa dall’altra. Durante la permanenza del parroco Bich in questa parrocchia fu inoltre costruita una nuova e ampia sacrestia posta a sud a ridosso dell’abside centrale. Nel 1896 la chiesa fu dotata di un organo costruito appositamente dalla casa Bossi. Personaggio di grandissima cultura e preparazione storica lascerà nell’archivio parrocchiale, tutt’oggi inedito, un Cahier all’interno del quale sono raccolte importantissime informazioni concernenti la chiesa, la sua storia, i suoi arredi, gli altari, le pitture e gli affreschi, le Confraternite e altre note concernenti aspetti collegati alla fede e alle tradizioni di questa comunità. Durante la sua permanenza a Saint-Vincent fu eretto - il 7 settembre 1885 - in Ente Morale, l’Asilo Infantile fondato da Sulpizio Crétier. A questo munifico benefattore e a questo nobile scopo, si affiancarono successivamente i coniugi Joris Giovanni e Fosseret Battistina donando la loro casa sita nella via centrale del borgo. Quest’edificio trasformato in scuola, mantenne quella destinazione fino al 1958 quando sorse la nuova costruzione della scuola materna. L’Ente, denominato Crétier-Joris, è tutt’oggi in attività e continua ad occuparsi dei bimbi in età prescolare attraverso una Garderie d’enfance la scuola materna.
Alliod Louis
Parroco dal 1898 al 1950. Questo sacerdote originario d’Ayas ha il triste primato di aver assistito a due conflitti mondiali. Questa situazione condizionò anche il suo carattere facendolo diventare l’angelo dei poveri e di coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Appena giunto a Saint-Vincent ebbe quasi sicuramente la possibilità di un incontro con la regina Margherita di Savoia, che come già successo in precedenza per altri importanti, era, nel 1898, a Saint-Vincent per curarsi presso la Fons Salutis. Due anni dopo si inaugurerà la funicolare delle Terme progettata dall’Ingegner Diatto di Torino, che, con un dislivello di 263 metri e una pendenza del 27%, collegherà il borgo allo stabilimento termale per mezzo di due vagoncini. Nel 1908, grazie ad un sempre maggior numero di ospiti alle Terme e ad una maggiore richiesta di posti-letto s’inaugura il sontuoso Grand-Hotel-Billia che prende il nome dal suo costruttore: Stefano Billia di Torino. L’albergo sarà il più lussuoso nel raggio di oltre centocinquanta kilometri. Ma certamente ben altri problemi rattristeranno il nostro parroco: la popolazione in miseria non ce la fa più e sempre più numerosi sono coloro che alla Pubblica Autorità fanno richiesta di rilascio di Passaporto per recarsi all’estero a lavorare e cercare fortuna; si consideri che nel solo anno 1906 saranno ben 78 le domande presentate mentre nel 1913 il parroco Alliod annota su di un registro che le persone emigrate sono state 428 e la popolazione rimasta scende dalle 2452 unità dell’anno 1911 ad effettivi 2381. Nel 1915 scoppia la Prima Guerra Mondiale e anche i figli di questa terra di montagna sono impegnati sui vari fronti; ben quarantatré giovani ragazzi non ritorneranno vivi nelle loro case. E mentre la guerra imperversa le mamme, le spose e le donne di Saint-Vincent faranno un voto alla Madonna: se i militari sul fronte torneranno salvi loro si attiveranno per far costruire una gigantesca statua della Vergine sul Monte Zerbion. Il parroco Alliod ricevendo queste loro pie intenzioni fonderà un comitato che si attiverà, nonostante i tanti lutti subiti da questa comunità e la dilagante povertà, per esaudire queste intenzioni. Numerosissime persone concorreranno economicamente a quest’impresa che sarà portata a termine nella primavera del 1933. Nello stesso anno fu predicata una Missione definita memorabile dalle cronache e che si concluse con l’erezione di una croce a Pracourt. Ma il cielo è nuovamente scuro e le nuvole sono foriere di tempesta; scoppia la Seconda Guerra Mondiale e ancora una volta il parroco Alliod è in prima fila per aiutare la comunità sia sotto l’aspetto economico sia spirituale; anche ai giovani che partono per il fronte, o a quelli che tornano a casa per una licenza, egli dona alcune monete. Il suo forte attaccamento alla terra (egli stesso era fiero figlio di agricoltori) lo porta a fare delle innovazioni alle proprietà del Beneficio parrocchiale e per questi motivi riceverà dal Comité Agricole il primo premio d’incoraggiamento per aver anche edificato a levante del presbiterio una concimaia moderna con cementazione dei muri e cisterna per i liquami (purtroppo il premio ricevuto fu di sole 60 lire mentre i costi sostenuti superarono le 133 lire!). Nel 1941 Don Alliod aveva intanto festeggiato - ma si tratta di un eufemismo! - i suoi 50 anni di sacerdozio tra ristrettezze economiche condivise da vero Buon Pastore con la sua comunità. Non è un segreto che il parroco Alliod aveva antipatia per il fascismo e per Mussolini; le cronache orali ci ricordano che quando il Duce passò per la valle d’Aosta il nostro pastore ebbe a dire – in patois - dal pulpito: …passa Mussolini ma ricordate che egli non è il Padreterno! E per questa dichiarazione egli ebbe successivamente a patire tanto che nell’agosto del 1944 egli fu arrestato dai nazi-fascisti perché sospettato d’essere collaboratore dei partigiani operanti nel nostro comprensorio. Alcune volte fu addirittura torturato e perseguito per le sue dichiarazioni. Tantissime volte durante il conflitto egli si recò presso le famiglie per portare loro il conforto e l’aiuto della fede; altrettante volte pregò per il dolore della morte di un soldato o di un combattente. A guerra finita, e calmati gli animi esacerbati, la vita riprese pur tra mille difficoltà. Nel 1949 una bella statua della Vergine fu portata da una parrocchia all’altra in un giro che voleva essere un messaggio di pace e di riconciliazione, dopo gli orrori della guerra; anche il nostro paese accolse con entusiasmo e solennemente la visita della Madonna Pellegrina. Fu probabilmente quella l’ultima festa solenne dell’anziano Mons. Alliod. L’anno successivo il testimone della parrocchia di san Vincenzo Martire venne passato nelle mani del suo successore.
Carrel René
Parroco dal 1950 al 1956. Terminata la guerra, anche la nostra regione si riprese dallo sfascio, dai lutti e dalla povertà. Un discreto benessere iniziò a diffondersi tra la popolazione; il turismo si incuneò con forza tra queste valli e su questi monti. Dappertutto nascevano nuovi alberghi e con essi nuove strutture per il divertimento e per il tempo libero degli ancora pochi fortunati. A livello locale, anche per far fronte alla necessità di lavoro della comunità, fu aperto nelle sale del Kursall – un edificio polivalente di proprietà comunale, una sala da gioco che fu successivamente installata nei locali del Grand-Hotel-Billia. Fu nel contempo fondata una società, la SITAV, alla quale la Regione Valle d’Aosta diede l’autorizzazione di aprire un casinò. Ma serviva un terreno per edificare questo edificio e la proprietà fu individuata tra il vecchio borgo e l’Hotel Billia in località Cisseyaz; un intero seppure piccolo villaggio venne abbattuto e con esso, dopo l’acquisto, anche una vecchissima cappella edificata nel XVI° secolo. Con grande rimpianto della popolazione e dell’allora parroco Carrel, nel 1954 la cappella di Cisseyaz dedicata ai santi Rocco e Giocondo fu venduta e al suo posto fu edificata la Casa da Gioco.
Hosquet Aldo
Dal 1956 al 1986. Originario di Antey-Saint-André giunse in questo paese dopo essere stato precedentemente viceparroco di Fontainemore, piccolo paese nella vallata di Gressoney. A Saint-Vincent arrivò con la nomina di Parroco e per oltre un trentennio impegnò tutta la sua esistenza, la sua salute e il suo zelo all’attività di Pastore. Nel giugno del 1960, per le sue capacità e per la carica che ricopre in questo paese, è nominato dal vescovo di Aosta suo rappresentante all’interno della Commissione diocesana per la pastorale del Turismo. Nello stesso anno è inoltre nominato membro della Commissione diocesana per la Liturgia; è per alcuni anni nel Consiglio Presbiteriale diocesano e in quello della Regione Pastorale del Piemonte. Dotato di una intelligenza non comune, di un cuore generoso e di tanta disponibilità è attivo in tutti i campi previsti dal suo ministero e nel 1962 organizza il Congresso Eucaristico Diocesano che si svolge in questa parrocchia. Uomo di grandissima preghiera, ha la fortuna di accompagnare all’altare tre nuovi preti figli di famiglie del paese. Il suo ministero non è solo rivolto alle anime ma, con l’attenzione di un buon padre di famiglia, si premura di restaurare tutte le cappelle di villaggio presenti sul territorio, la stessa chiesa e il Cottolengo a cui sempre si rivolge con grande interesse e partecipazione. E’ Membro della prestigiosa Accademia di Sant’Anselmo ad Aosta e la sua grande passione per la storia locale e per le tradizioni valdostane lo portano a scrivere e dare alle stampe un importante studio sulla chiesa parrocchiale di Saint-Vincent. Grazie a lui è recuperato, e fatto catalogare, il vecchio archivio giacente nella polvere degli anni nel sottotetto della casa parrocchiale. Durante il suo ministero sono predicate ben tre Missioni ed è tra i fondatori del Foyer de la Charité in località Salera di Emarèse.; nel 1962 chiama a Saint-Vincent i Padri Canossiani affinché provvedano all’educazione dei bambini e dei ragazzi che frequentano l’Oratorio. Don Hosquet amava la musica sopra ogni cosa e, tra lo stupore di coloro che non erano residenti nella nostra parrocchia, ogni domenica era celebrata una messa solenne, la più importante, in latino. Probabilmente il periodo più difficile per questo parroco fu quando alcuni squilibrati collocarono una bomba, che fecero successivamente esplodere, nei pressi di una finestra della chiesa.. Ingenti furono i danni provocati al sacro tempio dall’esplosione. La Soprintendenza alle Belle Arti di Aosta intervenne per riparare i danni e restaurare la chiesa che per alcuni anni fu chiusa al culto. Tutto l’interno fu scavato e dalle fondamenta apparvero, dopo tanti secoli, i resti di una villa romana e alcune importanti parti delle strutture edificate in epoche successive e utilizzate dai cristiani di Saint-Vincent. All’interno, nel presbiterio, furono restaurati i pregevoli affreschi che in origine arricchivano la nostra chiesa. Al termine, grazie soprattutto alla volontà e determinazione di questo parroco, all’interno della chiesa fu costruito uno spazio protetto che accolse tutte le opere d’arte sacra presenti sul territorio e a rischio di furto. Un bellissimo Museo accoglie oggi il visitatore all’interno della chiesa di Saint-Vincent. Ma il periodo in cui don Aldo era a Saint-Vincent coincise anche con il Boom Italiano degli anni sessanta e delle grandi migrazioni della popolazione da sud a nord. In quegli anni il nostro paese vide arrivare tantissime persone che erano alla ricerca di un lavoro e la popolazione residente aumentò; in concomitanza si assistette all’ergersi di numerosi nuovi palazzi. Nei trent’anni passati a Saint-Vincent don Hosquet assistette e partecipò a ogni iniziativa siano esse state devozionali, caritatevoli, umanitarie, sociali o politiche. Fu in tutti i sensi un parroco a 360°
Anselmet Maurizio, parroco dal 1986 al 1990
Lévêque Giuseppe, parroco dal 1990 al 2000
Vuillermoz Giulio, parroco dal 2000 al 2014
Panceri Pietro, parroco dal 2014