Biandin

Questa località è composta da un piccolo nucleo abitativo e, poco a monte, da una grande e patriarcale abitazione di tipo padronale innalzata nel 1754 da Pierre-Antoine Favre, facoltoso cittadino di Saint-Vincent; quasi un secolo dopo una persona con uguali generalità (presumibilmente un nipote) risulta ricoprire la carica di Sindaco di questo paese dal 1836 fino al 1843; successivamente, e con lo stesso incarico, lo ritroviamo nel biennio 1851/’52 e poi ancora nel 1854 e nel 1860. La splendida dimora formata da due monoblocchi sovrapposti molto compatti e di grandi dimensioni, si presenta oggi in tutta la sua bellezza, grazie soprattutto ad un attento restauro conservativo attuato verso il 1975. La facciata, rivolta a mezzogiorno, è arricchita da un doppio scalone padronale (addossato alla parte bassa della facciata che dal giardino sale verso il primo piano). Su di una pietra sovrastante l’ingresso sono riportate la data di costruzione dell’immobile e le iniziali del committente: 1754 P.A.F. La costruzione non presenta aumenti di volumetria successivi all’originale e questo farebbe presumere che l’immobile nacque già con le stesse forme e dimensioni che vediamo oggi. Nella parte interrata dell’immobile il committente volle i magazzini, forse le stalle (oggi riconvertite ad altro uso) e alcune bellissime cantine per lavorare e conservare la presunta grande quantità di vino prodotta nell’adiacente proprietà. Nei piani superiori vi erano quasi sicuramente l’abitazione del proprietario, stanze per gli ospiti e forse anche per la servitù. Va però ricordato che prima del recente restauro, la divisione interna dei locali e più in generale dell’intera tipologia dell’edificio si presentava come un Albergo o comunque molto simile ad una struttura di accoglienza per persone che giungevano in questo paese per le cure termali; ipotesi concreta e verosimile se si considera che lo stabilimento termale è ubicato a sole poche centinaia di metri. In mancanza di altre indicazioni sembrerebbe potersi affermare l’ipotesi secondo cui il toponimo ricaverebbe la sua origine da un cognome presente su alcuni antichissimi documenti concernenti la nostra comunità. Il più antico riferimento al cognome Blandini (perché comunque di cognome si trattava!) sembrerebbe trovarsi all’interno di una antichissima pergamena in buono stato di conservazione redatta il 13 dicembre 1391, oggi conservata nell’Archivio parrocchiale del nostro paese; nel citato atto notarile - redatto dal notaio Francesco Franchini (o Franquini) originario di Montalto Dora (To) ma residente a Saint-Vincent - tale Jaqueminus Blandini residente a Moron, si impegna a corrispondere una determinata quantità di grano ad una non meglio specificata Confraternita e alla chiesa di San Maurizio presente in quel villaggio, affinché i responsabili ecclesiastici di tale chiesa facciano orazioni sulle tombe dei suoi predecessori nei tre giorni precedenti la festività religiosa della Pentecoste. Tale scrittura confermerebbe che il “nostro” Jaqueminus Blandini era naturalmente persona molto devota, ma anche particolarmente dotata di buone risorse economiche tanto da poter garantire nel tempo quanto dichiarato nell’atto. Solo due anni dopo, in occasione della nascita dell’Associazione che si attiverà sul territorio collinare per la costruzione del Canale Courtaud, riecco che il cognome Blandinii ricompare: è Pierre che nel 1393 è tra quelli che noi Sabins amiamo definire i “padri fondatori” del canale. Nei secoli successivi si riparla ancora di Blandini anche all’interno della già più volte ricordata Reconnaissance del 1502, conservata nell’Archivio Comunale; questo cognome è compreso tra decine di tanti altri nominativi di persone (che in quella data e su quel documento “riconoscono”, da qui il termine reconnaissance, di possedere terre sulla collina di Saint-Vincent, e per questa ragione tenuti al pagamento di determinate imposizioni fiscali), si rileva anche il nome di Jaquemetus Blandini. E’ quindi fortemente immaginabile che il toponimo derivi dalla presenza in loco di beni appartenuti nel corso dei secoli ai Blandini che, va ricordato, all’epoca avevano però domicilio a Moron, secondo quanto affermato nel testo della già citata pergamena della parrocchia. Oltre a questi due riferimenti, purtroppo null’altro è dato sapere circa questo cognome che verosimilmente sembrerebbe estinguersi verso la fine del Cinquecento; per contro il toponimo compare più volte sulle secolari carte e pur mantenendo quasi inalterata la radice, lo si ritrova anche nelle seguenti versioni: Blandin, Blandinii e Biandin. Un prezioso riferimento storico è dato dal Verbale di Delimitazione delle proprietà situate nel comprensorio di Biandin, oggi conservato nell’Archivio Comunale di Saint-Vincent; tale importante lavoro fu iniziato nel 1892 e si concluse dopo un biennio. Descrivendo quella località possiamo tranquillamente affermare che siamo praticamente al centro di quell’enorme ed ininterrotto vigneto che per secoli ha coronato questo territorio e lo stesso antico borgo di Saint-Vincent con tutte le sue peculiarità: ottima esposizione al sole, temperature miti, buona terra, acqua a sufficienza per eventuali irrigazioni di soccorso alle viti e un microclima davvero invidiabile. Anche qui come altrove il lavoro secolare e le conoscenze specifiche dell’uomo hanno fatto il resto. Il vino prodotto su queste panoramiche colline, un tempo ricoperte di artistiche pergole, è sempre ricordato come “nettare” di grande qualità e per questa ragione particolarmente ricercato dai tavernieri e dagli albergatori del borgo che lo offrivano alle persone da loro ospiti durante la stagione estiva. Tale intensiva coltura convinse Pierre-Antoine Favre, nell’anno 1754, a edificare la meravigliosa costruzione che quasi come un castello si erge al centro di quel comprensorio e che con la sua imponente ma razionale mole, sembra vegliare sui purtroppo pochi vigneti rimasti. L’oratorio posto a lato dell’ingresso della proprietà e nei pressi di una vecchia mulattiera, fu innalzato verso il 1860 dall’allora proprietario Favre che lo volle dedicare alla Vergine; per meglio sottolineare la sua fede verso la Madonna, Favre chiamò un artista originario di Gressoney e molto noto per le sue pregevoli lavorazioni in tutta la nostra Regione: Franz Curtaz. Questo pittore dipinse all’interno del manufatto un affresco di Maria che con il passare degli anni fu praticamente cancellato dagli agenti atmosferici; il dipinto, gravemente compromesso e ormai “illeggibile” fu nuovamente rifatto nel 1908 dall’artista Boasso per volontà della signora Cesarina Page; nel corso del 1966 l’allora parroco Aldo Hosquet, in concomitanza con la chiusura del mese mariano, decise per la posa all’interno dell’oratorio di una statua della Vergine portata da Lourdes. Una solenne e partecipata processione salì dal borgo fino a Biandin, partecipò con grande trasporto alle orazioni, alla benedizione e posa della statua, dopodiché fece rientro in chiesa. Nel 1975, in concomitanza con i lavori di restauro dell’immobile, si procedette anche ad interventi manutentivi sul prezioso e vecchio oratorio che oggi si presenta ai devoti in tutta la sua originaria bellezza. Oggi nelle vicinanze di questo manufatto, durante il mese di maggio, i residenti si ritrovano per la recita del Rosario, anche se questo avviene nei pressi di una strada molto trafficata dai veicoli. Personaggio degno di nota di Blandin è sicuramente Elie Page (*1892- †1971) che, per contratto matrimonio, divenne proprietario dell’immobile; Page, uomo molto severo ma buon padre, consacrò tutte le forze, con tanta energia e determinazione, alla sua famiglia e alla comunità di Saint-Vincent. Fu per lunghi anni ottimo amministratore rivestendo per anni anche la carica di sindaco; la sua carriera politica iniziò nel 1921 e durò tre anni dopodiché, antifascista convinto, si ritirò dalla scena politica per farvi rientro nel 1945. Durante il suo secondo mandato, al termine del conflitto mondiale, ebbe l’idea di proporre l’apertura di un Casinò sul territorio di questo Comune, per risollevare le sorti economiche di un paese particolarmente provato dalla guerra e fortemente bisognoso di un rilancio economico; per ottenere questi risultati inoltrò specifiche domande al Ministero degli Interni e al Presidente del Consiglio Regionale della Valle d’Aosta. Il 3 aprile 1946, con proprio Decreto, il Presidente del Consiglio Regionale Federico Chabod autorizzò tale richiesta. Ma l’attività di questo Sindaco non può certamente essere sintetizzata in queste poche righe; Elie Page, figlio di una tra le più vecchie famiglie di Saint-Vincent, conosceva molto bene questo paese, la sua gente, le necessità e le priorità. Conscio del continuo spopolamento dei villaggi collinari, delle difficoltà economiche delle famiglie di quel territorio dovuto anche alla difficoltà di procacciarsi l’acqua a causa della vetustità della condotta del Canale Courtaud che era in attività fin dal lontano 1433, attivò un Comitato Promotore avente come finalità il ripristino dell’antico corso d’acqua. Sorretto nell’iniziativa dalla locale Amministrazione Comunale, capitanata dall’allora sindaco Daniele Fosson, si attivò presso tute le sedi per riuscire a trovare i finanziamenti per tale vitale opera; nel 1963 fu eletto Consigliere nel Primo Direttivo del Consorzio e dal 1964 al 1967 fu nominato Vicepresidente. Da quella data, e fino al momento della sua morte, fu apprezzato Presidente del Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud di Saint-Vincent. Ma dalle carte relative al suo mandato pubblico si accertano anche il suo diretto interessamento per il buon funzionamento dello stabilimento termale e della stessa qualità della vita e della salute dei residenti; sono note le sue infuocate iniziative volte a diminuire l’emissione dei fumi (velenosi per le persone e dannosi per le colture e per l’ambiente in generale) generate da uno stabilimento operante nel vicino comune di Châtillon La Soie. La sua attività pubblica spaziò veramente in tutti i campi e il ricordo di questa persona buona ma determinata ad avere dei risultati positivi per la “sua” comunità, vive nei ricordi di coloro che l’ hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le doti e le capacità.

CRETIER Piergiorgio