La Tour-des-Rosset

In questo esatto modo sulle carte del seicento e del secolo successivo viene identificato il piccolo agglomerato di case posto sulla collina, o montagne di Saint-Vincent, a circa 735 m slm. Anche questo villaggio, edificato su terreno in leggera pendenza poco a lato della strada Regionale del Colle di Joux, è in posizione dominante ed estremamente panoramica; inutile aggiungere che da quassù si domina con lo sguardo tutta la valle centrale e il maestoso anfiteatro delle montagne circostanti. Circa l’origine del toponimo non si hanno indicazioni o riferimenti precisi anche se come è già stato anticipato, per almeno due secoli il nome di questo villaggio è esattamente indicato nel seguente modo: La Tour des Rosset. La prima parte del toponimo, La Tour, sarebbe quindi ricollegabile ad un immobile tutt’oggi presente in loco e avente forma di torre; per la verità ai nostri giorni di questa costruzione resta visibile solo un piccolo manufatto di un paio di metri d’altezza avente forma circolare. Su chi avesse fatto edificare tale costruzione, in che epoca e a che scopo, nulla è dato sapere. Potremmo ipotizzare che il cognome Rosset, che appunto compone la seconda parte del toponimo e che ne indica la proprietà, sarebbe da attribuire ai costruttori o comunque ai proprietari della torre. Non vi è però nessun genere di informazione su chi fossero però i Rosset in questione; per ciò che concerne l’edificio in se stesso, che ripetiamo ha una base molto piccola (e questo farebbe supporre un’altezza senz’altro modesta), potremmo ipotizzare che, così come ne esistono in altri comuni della valle, anche in questo caso si sarebbe trattato di una torre di avvistamento e di segnalazione, forse di epoca medievale. Le poche case situate a pochissima distanza dai citati ruderi non sembrano essere particolarmente antiche così come sulle carte non sembrerebbero esistere attestazioni di questo villaggio in epoca anteriore al XVI e XVII secolo; lecito quindi immaginare che in origine esistesse solo il corpo della torre senza edifici vicini idonei ad accogliere famiglie e armenti. All’interno di alcuni atti di compravendita stilati nei citati secoli si menziona La Tour des Rosset come limitrofa alle proprietà oggetto dell’atto, ma nulla più. L’architettura del villaggio si presenta con poche abitazioni, quasi tutte molto addossate tra loro, con il solito gusto e sapiente capacità nell’uso della pietra e degli inserti in legno. Le famiglie che abitavano questo piccolo agglomerato di case, prettamente rurali, basavano la loro economia sulla coltura della vite, sull’allevamento e sulla pastorizia e naturalmente il foraggio; utile integrazione erano senza dubbio la castagna, le noci e le colture orticole. Oggi nel villaggio abita stabilmente una sola famiglia e una sola abitazione è stata ristrutturata mentre il restante patrimonio abitativo attende tempi migliori. Per la sua ridotta superficie nel villaggio non vi era un edificio scolastico (i ragazzi, in particolare nel secolo scorso, per assistere alle lezioni salivano fino a Moron con tutte le solite difficoltà del caso: neve, pioggia, …); totalmente assenti sono poi tutti gli altri edifici comunitari solitamente presenti nelle frazioni: il forno per la panificazione e, considerata la zona, un torchio per la pressatura delle vinacce. Vi sono testimonianze orali che informano che per queste necessità ci si rivolgeva nelle strutture presenti nei villaggi vicini: Moron e Clapéaz in particolare. A La Tour des Rosset per le già citate motivazioni, non è presente un luogo di culto anche se nelle carte conservate negli Archivi Parrocchiali vi è menzione di un piccolo oratorio esistente già nel XIX secolo; questa piccola edicola sarebbe stata fatta edificare dalla famiglia Bressan, un tempo residente nel villaggio, come testimonianza di fede. Il parroco Charles Bich (a Saint-Vincent dal 1878 al 1898) ci informa in un suo scritto che tale costruzione …est d’ancienne date e che la stessa nel corso del 1896 fu oggetto di importanti lavori di manutenzione e consolidamento. Nella seconda metà del novecento la sacra edicola fu abbattuta per fare posto alla costruenda strada della collina e in sua sostituzione, poco a monte del villaggio, fu posizionata una piccola ed inelegante costruzione in cemento armato che fu ripetutamente devastata dai vandali che ne asportarono anche i pochi arredi e la statua della Vergine, peraltro di nessun valore artistico. Personaggio della frazione è senza dubbio il notaio Jean Ravet; costui, notaire royal, è figlio di Jean-Martin (casa in frazione Ecrivin e già sindaco di Saint-Vincent nel 1715) e di tale Anne (Damay?). La sua famiglia sembrerebbe provenire da Emarèse (paese in cui si trova un villaggio avente lo stesso nome) anche se la presenza dei Ravet è attestata a Saint-Vincent da molti secoli; non è nota la data di nascita del notaio Jean Ravet così come poche sono le informazioni concernenti la sua famiglia. Risulta che era sposato con honnorable Marie-Anne figlia di Pierre Du Page, sicuramente aveva due fratelli di nome Jean-Laurent e Vincent, una sorella di nome Claude (costei il 22 novembre 1728, con atto notaio noble Jean-Antoine Quey, stipula il Contract de mariage con Jean-Martin, figlio di Jean-François Mellé). Il notaio Ravet redige le sue tantissime carte nella casa di famiglia in frazione La Tour des Rosset e queste coprono il periodo 1728-1751. Quasi certamente apprende il suo lavoro dal notaio Baptiste Perret, presso cui è probabilmente scrivano e apprendista (quest’ultimo era padre del più noto abate Jean-Baptiste Perret, scopritore nel 1770 delle virtù salutari della sorgente minerale poi diventata famosa con il nome di Fons Salutis); molte carte redatte dal notaio Perret contengono la dicitura che sono state scritte da Jean Ravet. Nell’anno 1715 troviamo Jean Ravet nelle funzioni di …moderne sindic de la montagne de Saint-Vincent e con quell’incarico lo ritroveremo negli anni 1736 e 1737. Il notaio Ravet detta le sue volontà testamentarie il 10 dicembre 1751 al notaio Jean-Antoine Quey e decede in Saint-Vincent l’11 marzo 1752. Tra i sindaci di questo paese espressi dalla famiglia Ravet, ritroveremo Jean-Antoine nel 1790 e nel 1982 Eligio.

CRETIER Piergiorgio