Boriolaz

Il minuscolo villaggio di Boriola, posto a circa 650 m. slm. fu edificato in una posizione privilegiata sulle pendici basse della collina di Saint-Vincent; il termine “posizione privilegiata” merita decisamente un piccolo approfondimento. Il territorio di bassa montagna fu verosimilmente antropizzato dall’uomo fin dalla sua comparsa in questa regione; il comprensorio molto soleggiato, una terra molto ricca e la quasi totale assenza di vento gelido, convinsero i nostri progenitori che la coltura che meglio di altre si prestava per quel territorio era quella viticola. Ancora oggi discrete superfici di campagna sono accudite dai residenti che continuano a perpetuare quell’antica e redditizia coltura iniziata tanti secoli or sono. Ci piacerebbe poter affermare che le più antiche dimore furono edificate per garantire la continua presenza dell’uomo su quel territorio e per immagazzinare, in fresche cantine, il pregiato frutto della vite e del lavoro dell’uomo. Con certezza non siamo in grado oggi di dire chi fu il più antico residente di Boriola, ma certamente possiamo affermare che per secoli, forse anche per un paio di millenni, chi ha abitato in quella piccola frazione ha lavorato con grande impegno di forze fisiche su quegli assolati terrazzamenti costituiti da chilometrici muri a secco. Circa l’etimologia del nome Boriola, non si hanno indicazioni anche se sarebbe necessario riflettere su questo termine in “patois”, ovvero nel dialetto locale; questa parola (che annovera tra le sue varianti anche boriana), è collegata allo scorrimento dell’acqua e indica una perdita d’acqua di piccole proporzioni da un canale, causata dalle gallerie scavate dalle talpe. Verosimilmente, in mancanza di altre e più ricercate spiegazioni che non sono ancora state studiate e trovate, questa pare essere la sola risposta alle tante domande, seppure condensata nella sua infantile semplicità. Questo villaggio che si affaccia maestosamente e panoramicamente sull’antico borgo di Saint-Vincent, ha mantenuto nei secoli tutte quelle caratteristiche tipiche di un piccolo centro che costruito all’interno di un grande vigneto vive, lavora e produce in funzione di tale coltura. L’estrema semplicità delle case non deve però far immaginare costruzioni fatte per il solo scopo di avere un immobile da abitare; la vera anima del villaggio si nasconde nelle tante e fresche cantine del sottosuolo ed è ancora una volta il vino a ricordare la specificità di questo villaggio che, quasi sicuramente, basava la sua economia sul vino prodotto in quel territorio. Qualcuno ricorda di aver sentito raccontare, dai genitori e dai nonni, che per molto tempo tutto il vino prodotto su quel comprensorio era destinato ai tanti ospiti delle locande e agli alberghi del borgo. Certamente, e giocoforza, anche la produzione dei distillati ricavati dalla grande quantità di mosto doveva sortire per le famiglie discreti risultati economici. A Boriola sembrerebbe non esserci mai stato un torchio per la pressatura delle vinacce; anticamente per questo importante passaggio della filiera vitivinicola ci si recava nei vicini villaggi di Crotache o di Romillod. Anche per recarsi a scuola e per partecipare alle funzioni religiose si doveva camminare (preferibilmente la meta scelta era il borgo) anche se tante persone salivano fino a Moron in occasione di particolari appuntamenti religiosi. Oggi questo villaggio, pur con alcuni timidi tentativi di recupero di antichi volumi abitativi, conserva l’immagine di una piccola frazione sonnolenta e poco incline alle novità grazie anche ad un forzato parziale isolamento causato dalla strada molto stretta che vi giunge. Quasi con continuità a poca distanza si trova un secondo minuscolo centro abitato denominato Bacon.

CRETIER Piergiorgio