Valmignanaz

Si tratta di un piccolo e minuto villaggio posto a metà strada tra il borgo di Saint-Vincent e il Colle di Joux a poco meno di mille metri slm.; la frazione è posizionata all’interno di un piccolo canalone che sembra essere stato denominato nell’antichità Magnana; da qui avrebbe preso il nome di Valmignana. Le informazioni storiche concernenti questo villaggio sono decisamente molto antiche e ci informano che anche i residenti furono frequentemente sottoposti a reconnaissances, cioè ad atti di natura patrimoniale a fini fiscali attivate dai signori del feudo di Saint-Vincent; in particolare vanno ricordati quelli del 1599 e del 1656. L’asperità del terreno nelle campagne circostanti non ha permesso ai residenti di Valmignana di dedicarsi in modo intensivo alla coltura dei cereali, cosa che invece hanno fatto quasi tutti gli altri villaggi della nostra collina. Per contro i campi appartenenti alle genti di Valmignana erano situati nelle campagne di Lerinon, di Dizeille e di Perrière. Ma l’economia di questa piccola frazione era senz’altro legata anche al castagno e al suo prelibato e ricco frutto, per secoli utilizzato come pane e come moneta di scambio; si ritiene inoltre indispensabile ricordare il noce. Questa pianta d’alto fusto era particolarmente indispensabile per l’economia delle famiglie che dal frutto traevano il prezioso olio necessario presumibilmente anche alla povera alimentazione dell’epoca. Ma da questa pianta si ricavava soprattutto il legname utilizzato per costruire mobilio di pregio, portali per chiese e cappelle e, infine, per l’arte statuaria religiosa. Dalla lettura delle vecchie carte siamo anche informati di un’altra coltura che per lungo tempo fu certamente molto praticata: la canapa. Il villaggio aveva nei suoi dintorni numerose piccole sorgenti che formavano dei piccoli acquitrini denominati chenevrier dentro i quali si coltivava la canapa. La canapa dopo opportune lavorazioni serviva per confezionare abiti e telerie per la casa. L’abitato è formato da poche case tutte di piccole dimensioni, alcune molto antiche, addossate tra loro quasi a proteggersi dal freddo e dai venti, e tutto questo malgrado il villaggio sia stato edificato in posizione riparata; unica eccezione è un grande edificio di straordinaria bellezza e fattura risalente al XVII° secolo. La costruzione richiama alla mente edifici simili esistenti nelle valli di Ayas e di Gressoney e, per estensione, i loro costruttori: popolazioni di probabile origine tedesca; nel villaggio sono anche presenti alcuni rascards, uno dei quali è stato restaurato negli anni passati con particolare passione e maestria. A Valmignana non vi erano le scuole e questo a causa del ridotto numero di residenti; i bambini si recavano per le lezioni nella scuola situata nel vicino villaggio di Grun che fu istituita per volontà dell’allora parroco Jean-Baptiste Freppaz nel corso dell’anno 1812. Nel villaggio non è neppure presente una cappella o un oratorio ma, il Santuario dell’Immacolata presente a Grun, sopperiva certamente a tale mancanza; vi è peraltro da aggiungere che quando questo fu fondato nel lontano 1722 dal Rev. Pierre Bréan furono proprio i residenti di Valmignana a farsi carico delle spese di costruzione e mantenimento così come testimoniato dall’atto di convenzione sottoscritto da 18 persone di questo villaggio di cui 14 aventi cognome Séris e 4 Mellé (sulla storia del Santuario: P.-G. Crétier, La fede dei semplici, Ao., 1999). In fondo al vallone a sud di Valmignana vi è anche un piccolo oratorio riedificato nel 1892 per volontà di Gilles Séris di Grun che lo volle titolare all’Immacolata; in realtà questo piccolo manufatto sarebbe stato costruito su di un precedente oratorio voluto dal Rev. Pierre Bréan nel 1722. Dalla documentazione relativa sembrerebbe di capire che in realtà questa sacra edicola doveva essere la prima di una serie di simili manufatti da erigersi lungo la mulattiera che sale da Moron e, in questo modo, avrebbero accompagnato il devoto e il penitente nel suo cammino di avvicinamento al Santuario di Grun. Unico edificio di interesse comunitario è il forno per la panificazione che si trova nella parte bassa del villaggio; restaurato negli scorsi anni dai residenti con il concorso economico della locale Amministrazione Comunale è però rimasto tristemente inutilizzato. A causa della legge dei grandi numeri sembrerebbe difficile individuare in questo piccolo centro un particolare personaggio; ebbene, seppure non famosa, vi è una persona che si ritiene di ricordare: Marie-Thérèse Mellé (*1873 - †1948). Costei, figlia di Grat-Victor e di Marie Cathérine Berger, nubile e con gravi problemi di deambulazione, diventerà, molto giovane, maestra elementare e dedicherà tutta la sua vita all’insegnamento, in particolare nelle scuole del villaggio di Moron, mettendo alla base di tutto la morale religiosa frutto di una personale grande fede che la porterà nel 1911 a donare, in fase testamentaria, una grande parte dei suoi beni alla locale Parrocchia e denaro al Seminario Vescovile d’Aosta senza peraltro dimenticare il Santuario di Grun cui anche i suoi progenitori avevano contribuito all’innalzamento e che per una lunga serie di ragioni era fortemente rimasto nel cuore dei Mellé.

CRETIER Piergiorgio