Gléreyaz

L'origine del nome Glereyaz va ricercata nel termine latino Glarea che significa sabbia, terreno alluvionale, ghiaia, arena. Anche questa frazione, come Tous, si situa all'interno del bacino del lago formatosi dallo sbarramento della Dora in età Pleistocenica. Il villaggio è stato, nel corso dei secoli, densamente popolato e proprio per questo motivo era dotato di tutti gli edifici necessari alle famiglie residenti: il forno per la panificazione, il lavatoio, l'abbeveratoio, il torchio per le vinacce e, infine, la cappella dedicata a San Clemente. I primi documenti che ci parlano dell'edificio di culto risalgono al 1627, quando, in un atto testamentario, si parla della donazione di un campo che sarebbe servito all'erezione di una cappella dedicata a Dio, alla Vergine Maria e a San Clemente. Nel corso dei secoli essa ha subito numerosi interventi e ristrutturazioni e ancor oggi nel mese di maggio la comunità di Glereyaz si riunisce nella cappella per la recita del Santo Rosario. L'economia della frazione è da sempre legata alla coltivazione della vite; si racconta, infatti, della presenza sul territorio di due torchi utilizzati per la produzione del vino che, a detta di tali testimonianze, sembra fosse prodotto più per un utilizzo personale che non per la vendita. Le colline circostanti il villaggio sono, infatti, ben esposte al sole, mentre la zona bassa della frazione era destinata alle colture foraggiere e all'allevamento di bestiame. Oggi i residenti si dedicano prevalentemente al terziario e sono pochi coloro che si dedicano ancora a tempo pieno all'agricoltura.
Il paese conserva nelle sue case alcuni particolari architettonici di notevole interesse ma è soprattutto il sottosuolo, con le sue cantine a riservare le più grandi sorprese, come ad esempio i due "balmet" della frazione, delle famiglie Fosson e Vassoney, sorta di grotte scavate nella ghiaia e utilizzate per ricoverare gli attrezzi e le provviste di cibo. Probabilmente si trattava, in origine, di piccole cave di sabbia estratta per essere utilizzata nell'edilizia e che, una volta scavate, venivano utilizzate per altri scopi.
La tradizione ci tramanda inoltre un fatto interessante, del quale non c'è però riscontro alcuno nella documentazione del tempo, e cioè che la Glereyaz del secolo scorso avesse la sua piccola scuola condotta probabilmente da qualche notabile del paese.
Il villaggio ha dato i natali ad alcuni personaggi che hanno avuto un ruolo rilevante nella vita pubblica di Saint-Vincent, possiamo ricordare il Commendator Fosson Daniele, per anni Sindaco del nostro Comune e Commissario Regionale della casa da gioco e Adolfo Fosson, per decenni apprezzato maestro d'organo della chiesa di Saint-Vincent. Si ricordano inoltre il Canonico di Sant'Orso Roberto Fosson e don Giuseppe Fosson, parroco per 50 anni di Arvier, classe 1903, decano del clero valdostano.