Tensoz

Questa frazione, esistente a circa 470 m. slm. è posizionata nella parte più meridionale dell’intero territorio comunale di Saint-Vincent. Lo sviluppo edilizio della frazione si presenta a forma di T rovesciata; nella parte bassa una lunga e compatta fila di case si congiunge ad un'altra serie di abitazioni che si incuneano in salita all’interno di un valloncello. Fino ad alcuni decenni or sono Tenso era densamente abitato mentre ai nostri giorni solo poche famiglie risiedono in quell’esteso agglomerato situato non distante dal fiume Dora e vicinissimo alla ferrovia. Il toponimo fin dalle più vecchie carte si mantiene quasi inalterato: Tensoz, Teinso e Tensioz. Curiosi i cognomi della maggioranza delle famiglie di Tenso che tradiscono origini storicamente non rapportabili al nostro comune ma hanno invece radici riconducibili alle frazioni poste sulla montagna e sul lato opposto del fiume: Dujean, Bonjean, Hérin, Gabignon, Ducugnon, Sucquet e Jacquemet. La gente di quell’abitato, edificato alla base di colline sabbiose, ha saputo saggiamente sfruttare un territorio non particolarmente ambito; le famiglie stanziate in quel grande centro hanno basato per secoli la loro economia sugli estesi vigneti retrostanti le abitazioni e sull’allevamento del bestiame che era condotto al pascolo nella pianura che dolcemente declina verso il fiume; nel corso dei secoli le acque della Dora si sono frequentemente riversate sulle campagne depositando sabbia e detriti o asportando grandi superfici di terra, così com’è purtroppo accaduto durante la terribile alluvione del duemila. La comunità di quel villaggio, formata soprattutto da famiglie che nella stagione estiva salivano con il bestiame nelle natie frazioni di Bellecombe (Châtillon), Rodoz e Gettaz (Montjovet), ha però saputo convivere con il fiume sul quale ha costruito un’ardita struttura che per secoli ha consentito l’agevole transito di uomini, merci e mandrie di animali, in particolare ovini e caprini. Il ponte e Tenso hanno una storia strettamente collegata e in memoria di questi fedeli animali, il manufatto ormai da tantissimo tempo è noto con il nome di Ponte delle Capre; questa struttura, simbolo per eccellenza della mobilità dei nostri padri, vide probabilmente passare con grande fretta e fuggiasco l’ultimo signore del castello di Ussel, che le leggende vogliono cacciato dal suo maniero dai tanti feudatari che egli vessava con pesanti tassazioni e gabelle. Non è dato sapere quanto la leggenda corrisponda alla realtà; ciò che invece appare indubbio è la straordinaria bellezza della silhouette del ponte, per secoli unica struttura di congiunzione tra i feudi di Montjovet, Ussel e Châtillon. L’odierno sviluppo del manufatto ancora totalmente in legno, poggia su due mammelloni di roccia esistenti nella stretta gola. Non è nota la data della primitiva costruzione del ponte ma le carte depositate negli archivi raccontano di frequenti lavori di rifacimento e di consolidamento, i cui costi furono sempre sostenuti dalle comunità di Montjovet, Châtillon e Saint-Vincent. L’ultimo grande intervento fu realizzato dalla Comunità Montana Monte Cervino alla fine del ventesimo secolo. Su questo ponte, verso la metà del secolo scorso furono “girate” alcune scene del film Guglielmo Tell; la scelta di tale ambiente fu favorita dalla natura che qui si presentava intatta, con un fiume quasi “arrabbiato” perché costretto a scorrere compresso tra ardite pareti di roccia che sembrano liberarlo solo al termine delle strette gole sottostanti l’antico castello di Saint-Germain. Ma la tranquillità di questo angolo di natura era già stata sconvolta molto tempo prima dell’arrivo della “troupe” cinematografica; era l’estate del 1886 e dopo lavori durati alcuni anni si stavano finalmente completando i lavori e i collaudi della nuova linea ferroviaria Ivrea-Aosta che in prossimità dell’abitato di Tenso aveva visto sorgere un elegante edificio dotato di sale d’attesa, uffici e abitazione per le maestranze. Certamente per questo villaggio le cose dovettero cambiare molto; il secolare isolamento si stava concludendo e centinaia di persone scendevano quotidianamente dai treni per essere accolti dalle decine di carrozze trainate da cavalli che scendevano fin laggiù per trasportare la ricca borghesia fino agli alberghi e alle Terme del nostro paese. Ben presto fu costruita una strada che dal borgo scendeva fino alla stazione ferroviaria mentre forse già fin d’allora a Tenso fu edificata una locanda per i tanti “forestieri” giunti in treno. Poco meno di ottant’anni dopo la tranquillità del villaggio fu nuovamente scossa da un’altra opera avente respiro internazionale: l’autostrada. Nelle campagne a valle della frazione furono realizzati delle strutture, in forma provvisoria, che accolsero al loro interno uffici, mense e alloggi per le numerosissime maestranze impegnate nella costruzione dell’importante arteria. La presenza di tante persone diede anche un discreto impulso economico a Tenso; ricorda una testimonianza raccolta oralmente che i responsabili delle mense acquistavano presso le famiglie, verdure, patate e vino. Ma ricorda anche i volti dei tanti operai che al termine della giornata si recavano alla locanda per chiacchierare o bere un buon bicchiere di vino tra animate partite a carte. Poi, inevitabilmente, la frazione si spopolò e oggi molte case vuote sono mute testimoni di un passato molto attivo e laborioso. In questo villaggio, sprovvisto di scuola, erano invece presenti altri manufatti di carattere comunitario: il forno (oggi necessitante di intervento manutentivo) e il torchio per la vinaccia. Dagli archivi parrocchiali si apprende che verso la fine dell’ottocento il maestoso trave in noce del vecchio torchio fu acquistato e dalla sua trasformazione si è proceduto alla costruzione della meravigliosa porta dell’ingresso maggiore della chiesa parrocchiale di Saint-Vincent. Nel villaggio, grazie ad un voto fatto dalla famiglia Dujean, fu edificato anche un piccolo Oratorio, dedicato alla Vergine, che porta sulla facciata un’invocazione alla Madonna e l’anno di costruzione: 1887. Presso questa importante testimonianza di fede sostava annualmente la “Processione delle Vigne” che qui giungeva dopo aver visitato altri importanti impianti viticoli del nostro paese; il compianto André Ferré, in memoria della processione e delle tante pergole che un tempo coprivano i piccoli sentieri interni della frazione, ci ha lasciato un bellissimo racconto ambientato proprio a Tenso, dal titolo La procession des vignes. Dagli archivi si apprende che verso la fine dell’ottocento era stata realizzata nelle campagne di Tenso una fornace presso cui erano realizzate le migliaia di mattoni necessari alle gallerie della costruenda ferrovia; nello stesso periodo si stavano realizzando anche i lavori di ampliamento della chiesa parrocchiale. Risulta che alcune migliaia di mattoni necessari al cantiere della chiesa, furono trasferiti dalla fornace a quest’ultimo cantiere con il metodo del “passamano”; per alcune domeniche, al termine della messa, una lunga fila di uomini, donne e ragazzi si posizionò passandosi di mano in mano i mattoni. In una memoria depositata in parrocchia un nostro parroco scrive: lo spettacolo era davvero grandioso e al termine non fu segnalato alcun ferimento a persone o danni a cose! Il personaggio di Tenso è senza dubbio l’eclettico Riccardo Anselmi che dopo aver trascorso la sua vita lavorativa con incarichi dirigenziali presso importanti Case da Gioco e dopo aver scritto l’interessante libro Giochi d’azzardo nel mondo ha deciso di concentrarsi sugli studi matematici e, probabilmente anche a seguito di questo, ha iniziato a studiare “il tempo” concentrandosi sulle meridiane; nella frazione si notano infatti alcuni suoi pregevoli lavori realizzati su alcune abitazioni.

CRETIER Piergiorgio