Champcillien

Questo piccolo villaggio è stato edificato sui confini orientali del comune di Saint-Vincent in posizione molto particolare; il comprensorio circostante è, infatti, caratterizzato da grandi pareti di roccia alternate da modeste superfici di terra sostenute da una miriade di muri a secco su cui l’uomo con grande determinazione ha impiantato e coltivato per secoli la vite. Le rocce, che circondano e idealmente abbracciano e proteggono l’abitato, hanno forme arrotondate e sono particolarmente lisce; tutto ciò si deve ai ghiacciai e a millenni di “sfregamento” di questi ghiacci contro la pietra. Il toponimo composto dalle due parole Champ e Cillien indica inequivocabilmente che fin dall’antichità ci si riferisce ad una superficie di terra coltivata, presumibilmente a campo, di proprietà di tale Cillien (forma abbreviata e reinterpretata del nome Lucien). Anticamente poche decine di metri a valle di questa frazione, ma non è dato sapere se in loco all’epoca vi erano già case, transitava la strada romana delle Gallie in seguito diventata Via Francigena; eserciti, Papi, Re, Imperatori, messaggeri, commercianti, devoti fedeli e nullafacenti percorsero quell’importante arteria e ci piacerebbe immaginare che l’intensiva coltura della vite sia stata anche favorita da qualche utente di quella strada, convinto della bontà del sito e quindi degli ottimi risultati che si sarebbero potuti ottenere. Come già detto la superficie dell’abitato di Champcillien, è molto contenuta; per contro le case, quasi appoggiate le une alle altre, sembrano idealmente tendersi la mano contro i tanti pericoli. Sulla facciata di una abitazione campeggia, purtroppo ormai quasi “illeggibile”, un affresco devozionale voluto da un pio residente del villaggio che, attraverso una grande fede dichiarata pubblicamente, domandò la protezione del Cielo. Immaginiamo che i pensieri di tale devota persona fossero concentrati in particolare su alcune cose: i famigliari, gli affari e in questi i suoi vigneti. Questo passaggio ci introduce ad un argomento fortemente collegato: la viticoltura. Come già detto tutto il territorio era un autentico inno alla pianta tanto cara a Noè ma tale ricca coltura era naturalmente alla base dell’economia che, a sua volta, era notoriamente collegata alle imposizioni fiscali. Non possiamo naturalmente immaginare quali grandi ricchezze derivassero da tale coltura ma certo è lecito ipotizzare interessanti introiti per le famiglie che hanno abitato quel villaggio o che in zona avevano superfici ricoperte di pergole e filari di viti. Ma l’epoca dei fatti cui si riferisce la parte successiva di questo testo era anche caratterizzata da altre imposte derivanti da altri Enti; come si è già avuto modo di dire il villaggio di Champcillien e il suo territorio sono ubicati ai confini territoriali del nostro comune; anticamente però le Chiese e il territorio di loro competenza non sempre coincidevano con i confini dei comuni. Gli archivi e le carte in essi contenute raccontano che per lungo tempo quel territorio fu conteso, per ragioni fiscali, dalle Parrocchie di Saint-Vincent e di Saint-Germain (in comune di Montjovet); al centro di quel “pasticcio brutto” Champcillien e le sue “anime” costrette a pagare controvoglia tributi ad entrambi gli enti religiosi. Era troppo! Decisamente troppo! Naturalmente era vero che alcune persone in precedenza avevano attivato legati e rendite a l’una o all’altra parrocchia ma questo non voleva assolutamente dire che ad entrambi si dovevano pagare censi! Dal canto loro i responsabili dell’amministrazione delle Chiese, sordi alle richieste di definizione del problema continuarono a richiedere quanto anticamente promesso. Verso la fine dell’Ottocento il problema, ormai non più procrastinabile, fu portato all’attenzione del vescovo che udite le doléances di quelle persone stabilì salomonicamente che da quel momento in poi i confini delle parrocchie sarebbero stati coincidenti con quello dei comuni di Saint-Vincent e Montjovet. Naturalmente fu ribadito che se qualcuno dei residenti avesse ritenuto di offrire qualcosa anche ad altre Chiese avrebbe potuto farlo liberamente! Nel villaggio non esiste un oratorio di fattura antica né un immobile un tempo adibito a scuola (un tempo per ottemperare ai doveri scolastici i ragazzi si recavano presso la scuola di Feilley). Riparlando invece della vite e della sua coltura sembra difficile immaginare un villaggio sprovvisto di un torchio per le vinacce, eppure così è! Viene ricordato che prima dell’introduzione di torchi di piccola fattura (generalmente posseduti oggi da ogni famiglia), ci si recava per tale lavoro nei villaggi di Feilley o Champ-de-Vignes. Alcune testimonianze orali ricordano inoltre che nelle campagne a valle di Champcillien erano coltivati campi per cereali intercalati da prati foraggieri che con i loro prodotti garantivano un ulteriore, anche se modesto, contributo all’economia delle famiglie all’epoca fortemente collegata all’agricoltura e, anche se in minima parte, all’allevamento. Oggi i giovani residenti nella frazione sono principalmente dediti al terziario e quotidianamente, servendosi dell’auto, si recano per lavoro nel borgo di Saint-Vincent o nei paesi limitrofi. L’uso quotidiano dell’auto ci ricorda anche che il problema primario di Champcillien è costituito dalla strada d’accesso che si dirama dalla strada regionale e che presenta un innesto davvero pericoloso tanto che da più parti si auspica la risoluzione immediata di tale problema.

CRETIER Piergiorgio