Chadel

Minuscolo villaggio posto a circa 645 m. slm., situato a levante del borgo di Saint-Vincent, quasi in prossimità dei confini territoriali del nostro comune. Nulla è dato sapere circa l’etimologia del toponimo (che da molti secoli è anche importante cognome di Saint-Vincent) e che sembrerebbe non aver mai subito modifiche o varianti. Le poche case esistenti, che trasudano di anni e di una microstoria nascosta, furono edificate in una posizione abbastanza spettacolare, ma soprattutto in un crocevia strategico; a questo piccolo villaggio giungono infatti (per poi dipartirsi) alcune importanti strade che concretamente collegano la fascia pedemontana ai territori dell’alta collina. Chadel per molti secoli, come d’altronde tantissimi altri villaggi di Saint-Vincent, ha dormito nella solitudine e nell’isolamento che ha cominciato lentamente a sciogliersi nel corso del 1931 quando venne inaugurato un primo tratto di strada da Pracourt a Cillian, (questo collegamento è frutto dell’iniziativa di Vincent Gorris). Al termine dell’ultimo conflitto mondiale dall’abitato di Cillian si dipartirà una comoda strada che (rompendo il secolare silenzio, e portando auto e altri veicoli a motore in prossimità del vecchio abitato) oltrepasserà le case di Chadel per dirigersi infine verso Emarèse. Ai nostri giorni quasi tutte le case di Chadel sono state recuperate nei loro volumi e questo si deve anche alla posizione del villaggio che, pur abbastanza distante dal nostro vecchio borgo, permette di raggiungerlo in pochissimi minuti, mantenendosi nel contempo sufficientemente lontani dai rumori e, più in generale, dal caos del centro cittadino. Si ritiene di poter affermare che per secoli l’economia delle famiglie di Chadel è stata basata sull’agricoltura e sull’allevamento del bestiame; il territorio tipicamente pedemontano è oggi caratterizzato da ampie superfici boscate che celano i terrazzamenti su cui erano un tempo coltivati rigogliosi vigneti, ai nostri giorni quasi totalmente scomparsi ma che nei secoli, grazie anche ad un comprensorio riparato dai venti e molto soleggiato, ha sempre garantito vini di ottima qualità. Il foraggio per gli animali era raccolto in parte a valle e in parte anche sui tanti pianori distribuiti sul territorio collinare retrostante l’abitato; le memorie storiche ricordano invece che i campi per le colture cerealicole erano invece quasi tutti situati nella parte alta, in particolare in prossimità delle frazioni di Salirod e Lenty. A Chadel sembra non essere mai esistita una scuola e i ragazzi, per ottemperare a tale incombenza, si recavano nel vicino villaggio di Feilley oppure direttamente nelle scuole del borgo di Saint-Vincent; in questa frazione manca un edificio di culto, ma pur non avendo trovato riscontri precisi, siamo convinti che l’edificazione della cappella di Feilley avvenuta nel 1645 per iniziativa di Philibert-Antoine Clappey e il successivo mantenimento siano stati garantiti anche dalle devote e pie famiglie di Chadel. Nel villaggio, più precisamente …au bochet, era invece operativo un maestoso, e molto antico, torchio utilizzato sia per la vinaccia sia per la fabbricazione dell’olio di noci; la documentazione concernente questo importante manufatto (già censito sul Catasto Sardo come proprietà di Jean-Pantaléon Chentre, Treve les soeurs et Jean-Antoine Bieller) racconta che era posizionato sotto ad una tettoia in posizione centrale al villaggio. Questa struttura fu utilizzata fino al 1930 circa; in contemporanea alcuni residenti procedettero all’acquisto di un più piccolo torchio in metallo, abbandonando di fatto l’antica struttura che rimase ancora in loco per alcuni decenni prima di essere demolita verso il 1960 circa. Le pietre recuperate dall’antico manufatto furono trasportate a Feilley e, in seguito, utilizzate per la costruzione della scuola elementare di quel villaggio. Questa frazione può essere meta o punto di passaggio per numerose passeggiate in quel comprensorio; è infatti possibile, lasciata la vettura nei pressi del Ponte Romano, dirigersi verso l’abitato di Cillian e, su comoda strada pianeggiante, raggiungere Chadel. Il monte Tsailleun (679 m. slm.) si erge di fronte al villaggio e, per le sue particolarità, merita senza dubbio una piccola salita; sulla sommità è presente una croce in pietra portata processionalmente e deposta il giorno di San Rocco dell’anno 1929 per volontà di Vincent Gorris che compartecipò alle spese unitamente ai residenti delle frazioni limitrofe. Ma sia Chadel che il suo comprensorio erano già conosciuto dall’uomo fin da antica data: sulle rocce della montagna sono presenti in gran quantità incisioni rupestri antichissime che si possono ammirare su affioramenti di pietra ollare, titanio e ferro. Degna di nota è una grande roccia molto scura e dalla forma piramidale (situata in prossimità dell’abitato di Chadel) alla cui sommità si apre una maestosa marmitta dei giganti il cui scavo glaciale è tanto più sorprendente in quanto la roccia è tra le più dure che esistano; si tratta di Eclogite a granato rosso e Anfibolo blu. Questi minerali testimoniano delle grandi profondità raggiunte dalla nostra montagna milioni di anni fa prima di risalire in superficie. Su panoramico sentiero parallelo al valloncello di Cillian, e con dislivello di circa 160 metri, è inoltre possibile raggiungere l’abitato di Moron, e la sua secolare chiesa, in pochissimo tempo.

CRETIER Piergiorgio