Lérinon

Questo piccolo villaggio è posto a circa 1000 m slm, sulla dorsale che da Moron si dirige verso il monte Zerbion; la sua localizzazione è quanto mai spettacolare. Ampi panorami si aprono su tutta la vallata centrale della nostra Regione; il monte Zerbion (2722 m slm), sulle cui falde pare adagiato mollemente questo antico villaggio, pare proteggere questo ampio territorio, costellato da numerosi villaggi, dai venti freddi del nord.
L’etimologia del nome Lerinon è tutt’oggi sconosciuta mentre è invece nota da secoli la bontà della sua terra un tempo coltivata intensamente a cereali; si potrebbe aggiungere che questa frazione è stata idealmente posta al centro di quel vastissimo granaio che era, nei secoli passati, la collina di Saint-Vincent. Per secoli l’economia di questo piccolo centro abitato durante tutto l’anno si è basata sulla coltivazione dei cereali e sull’allevamento dei bovini nonché naturalmente su prodotti orticoli e sulla fabbricazione di formaggi.
Lerinon si trova nel crocevia di due importantissime direttrici viarie: la prima è quella che dipartitasi da Moron, e dopo aver oltrepassato Valmignana, giunge fino in località Pradiran (e successivamente prosegue verso Amay e il Colle di Joux); la seconda importante strada si snoda dall’abitato di Dizeille, supera Perrière, incontra Lerinon, Pianè per proseguire infine come la precedente verso Pradiran. Il villaggio di Lerinon si compone di tre rascards - uno dei quali recentemente ristrutturato con un abile e sapiente lavoro di restauro - di alcune abitazioni minori, rigorosamente in pietra e di una grande costruzione di probabile fattura seicentesca.
Malgrado il ridotto numero di abitazioni, questa frazione ha degli aspetti storici di notevole importanza, che dimostrano come i nostri progenitori conoscessero bene il territorio che è stato antropizzato ormai da secoli, forse da millenni, come raccontano chilometrici muri di sostegno presenti un po’ dappertutto sul territorio o gli altrettanto chilometrici ruscelli per l’irrigazione.
Una menzione meritano anche i numerosi mucchi di pietra che altro non sono che il risultato di intensi lavori di spietramento delle campagne per un più razionale utilizzo della terra a scopo seminativo. Negli ultimi cinquant’anni tutti i campi di cereali sono stati riconvertiti a foraggio e oggi di quell’immensa coperta d’oro non rimane nulla, se non il triste e malinconico ricordo degli anziani un tempo attori e protagonisti di quella grande coltura che tanto sudore e fatica procurava agli addetti. Da circa vent’anni l’acqua è garantita alle campagne da un moderno impianto di irrigazione “a pioggia” gestito dal locale Consorzio di Miglioramento Fondiario Ru Courtaud.
Un tempo purtroppo non era così e l’acqua era decisamente poca a fronte di un numero altissimo di utenti. Il 19 agosto 1897 tutti i capifamiglia di Lerinon - tredici persone in tutto tra cui si notano ben otto Camos, un Ravet, un Rieux, un Dagnés, un Séris e un Dujany - consci della poca acqua disponibile dalle sorgenti e dal canale della montagna (ru Courtaud) sottoscrivono un documento per ottimizzare i consumi dell’acqua della piscina sovrastante il villaggio e per evitare continui probabili contrasti tra le famiglie.
Lo scopo è quello di avere sufficiente acqua per i campi, le campagne, gli orti, le mucche; nel Regolamento si stabilisce, infatti, una rotazione che avrà la durata di quindici giorni e che si baserà sulla superficie di terra da irrigare e in possesso ad ogni utente. Le ore d’acqua (ma nella carta si parla anche di mezz’ore, quarti d’ora e minuti), spettanti ad ogni agricoltore varieranno da un massimo di 53 (Camos Jean-Célestin) ad un minimo di 4 (Camos Brigide et sœur). Il ritrovamento di questo importante contratto dimostra l’alto grado di civiltà un tempo presente nelle nostre campagne e la ferma volontà di stabilire dei regolamenti per l’uso dell’acqua onde evitare inutili discussioni.
Il forno frazionale è ubicato nel centro del villaggio, nei pressi dell’abbeveratoio-lavatoio, e fin dalla sua costruzione ha mantenuto inalterate tutte le funzioni per il quale è stato voluto. La struttura è estremamente semplice e lineare ma è proprio da queste linee che si ha modo di certificare la bontà del manufatto; tutt’oggi per un paio di mesi circa - tra dicembre e gennaio - il villaggio si rianima per la cottura del pane di segale. Una persona residente nella frazione concede l’uso di un locale per la preparazione dei pani e per la lievitatura dopodiché in numero di circa cento per volta sono inseriti nel forno per la cottura. I gesti degli addetti sono rimasti invariati cos’ì come invariata è la gioia di chi partecipa a questo momento di grande impegno ma di altrettanto grande socializzazione.
In un qualche modo la grande Storia è entrata in contatto con la microstoria e con Lerinon. Infatti di notevole interesse storico è il momento vissuto nel corso del 1800 dall’allora parroco Jean-Baptiste Freppaz (parroco di Saint-Vincent dal 1793 al 1844). Questo personaggio dotato di grande preparazione, cultura e carisma dovette certamente non apprezzare molto Napoleone e le sue truppe; le sue riflessioni sul Console e sui soldati francesi gli causarono una precipitosa fuga da questo paese.
La sera del 6 settembre 1800 il parroco Freppaz lasciò di gran corsa il paese per nascondersi sulle montagne; dopo aver salito la nostra collina e superato il Colle di Joux, discese su Brusson e proseguì verso la Valle di Gressoney per giungere infine sulle montagne nei pressi del Santuario Mariano di Oropa nel Biellese. Di questo suo peregrinare ci lasciò delle note dalle quali siamo informati che verso la fine di settembre, informato dai suoi concittadini che il pericolo era ormai passato rientrò a Saint-Vincent facendo la stessa strada e, fermatosi nel villaggio di Lerinon …j’ai profité des politesses de Vincent Camos, et je me suis un peu consolé avec lui et son père Michel, j’ai pris une lanterne, un habit bourgeois à Perrière et à dix heures du soir je suis arrivé à ma cure…
Pur nel ristretto spazio di un piccolo villaggio di media montagna, Lerinon ha dato i natali ad uno dei figli più noti di Saint-Vincent e dell’intera Regione: l’Abbé Daniel Camos. Quartogenito di sei figli, Aimé Joseph-Daniel Camos, nasce in frazione Lerinon il 30 settembre 1872 da Jean-Célestin (sindaco di questo paese nel periodo 1881-1884) e da Marie-Cécile Perron; a detta della sage-femme che assiste al parto, il neonato, a causa della corporatura fragile, avrà sempre notevoli problemi di salute. Fortunatamente l’ostetrica si sbagliò e il bimbo crebbe sano. Ultimate le scuole elementari fu avviato, grazie anche alla profonda fede che albergava in quella famiglia, agli studi ecclesiastici da compiersi ad Aosta presso il Piccolo Seminario.
Daniel Camos diventa sacerdote il 30 maggio 1896 e le cronache dell’epoca ci informano che per tutta la notte successiva all’ordinazione sulle alture della nostra collina furono accesi dei fuochi in segno di gioia. Fu in seguito inviato nella parrocchia di Ayas e successivamente per ben sei anni è insegnante nelle scuole di Saint-Vincent; in seguito è inviato in altre parrocchie fino all’anno 1909 quando diventa Rettore dell’Ospizio del Piccolo San Bernardo succedendo al vecchio Abbé Chanoux noto come il Patriarca del colle.
Dopo dieci anni riprende il suo peregrinare apostolico e diventa parroco di Arvier, piccola parrocchia nell’alta Valle d’Aosta. Cinque anni dopo eccolo nuovamente Rettore al secolare Ospizio di proprietà dell’Ordine Mauriziano. In questa sede il nostro illustre concittadino si occupa essenzialmente di assistenza ai viaggiatori che per diversi motivi transitano su quella montagna: viaggiatori e turisti, ecclesiastici, scienziati, ricercatori, botanici, ecc. A tutti Daniel Camos con cordialità e grande senso dell’accoglienza offrirà assistenza, vitto e alloggio; nel poco tempo libero curerà con grande capacità il giardino botanico voluto fortemente dal suo predecessore Chanoux. Nel 1944 un pesantissimo bombardamento distrugge il vecchio stabile dell’Ospizio perché al suo interno si erano attestati militari tedeschi e truppe della Repubblica di Salò.
Ormai settantaduenne lascerà il vecchio Ospizio per ritirarsi presso la sua famiglia a Saint-Vincent dove renderà la sua bella anima a Dio il 28 aprile 1951. Alle sue esequie saranno presenti altissime autorità religiose e civili della nostra Regione e, in particolare, tutto un paese, il nostro, si stringerà attorno a quella salma che in vita aveva dato tanto lustro a Saint-Vincent. Prima di concludere si ricorderà che nel 1926 era stato insignito Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, era Cavaliere-Ufficiale della Corona d’Italia ed inoltre era Membro dell’Accademia di Sant’Anselmo e Canonico Onorario della Cattedrale di Aosta.
Parlando di questo uomo di fede e uomo di Dio non bisogna dimenticare di menzionare un piccolo Oratorio che era posto all’ingresso sud del villaggio e che fu demolito per far posto alla strada carrozzabile che, di fatto, concluderà il secolare isolamento delle frazioni poste a nord di Lerinon.
La cappella, che aveva come titolare la Madonna e che è già menzionata in una carta del 1783, supplisce alla mancanza di una cappella dove la comunità di quel villaggio avrebbe potuto riunirsi per pregare. Le spese per sostenere i necessari lavori del piccolo Oratorio erano a carico di tutte le famiglie; la cosa certamente straordinaria è la statua della Madonna della Redenzione che era un tempo presente all’interno del piccolo manufatto. Si tratta di una statua lignea di grandissima bellezza e di pregevole fattura databile al secolo XVII, in parte dipinta che si trova oggi ospitata e protetta nel Museo d’Arte Sacra all’interno della chiesa del borgo.

Crétier Piergiorgio