Cillian

In questo villaggio, la presenza dell'uomo è molto antica e giustificata dalla vicinanza dell'abitato alla strada delle Gallie che attraversa il torrente Cillian grazie all'ardito ponte ormai in rovina. Una grande costruzione di fine '600, detta Maison Gorris, si impone sulle altre abitazioni e appartenne forse a un ricco notabile, Barceloz de Cillian il cui nome compare nell'atto di infeudazione del Rû della Piana (1325). Nel loggiato di questo edificio si notano alcuni affreschi raccolti in sette quadretti e una meridiana datata 1803. Sulla sinistra un'edicola votiva, edificata da Martin Charbonnier, risalente alla fine dell'800, ricorda, con le croci applicate o incise nel legno delle porte, l'antica devozione. Nel sottosuolo di numerose abitazioni, delle cantine di pregevole fattura architettonica confermano la vocazione agricola e la specializzazione nella viticoltura di un tempo come di oggi, infine, l'abbeveratoio e il forno completano l'arredo urbano.
A Cillian, per i suoi 76 abitanti, è a dicembre che il passato torna presente, quando tutti si riuniscono per la preparazione del pastino: la composta per la produzione del pane nero. L'impasto e la cottura del pane avvengono a dicembre, nella settimana di luna calante. Tutti partecipano con la propria parte di "ferla" per "far moder lo for". Prima del pane il forno viene provato con la cottura della torta salata: formaggio vecchio nostrano e pane nero secco. In tempo di guerra non sempre era facile riunirsi per fare il pane: spesso mancava la farina. A questo proposito affiora alla mente un episodio in cui persero la vita, per mano dei tedeschi, quattro giovani di Cillian, i fratelli Marc Grivaz, Feilley e Charrière, come rappresaglia del furto di farina subito, la stessa che, prima di essere uccisi, fu nascosta nel "Moulin de Sandrin". Per lo stesso motivo il villaggio venne incendiato senza danni considerevoli; le donne del paese pregarono per nove mesi attorno al vecchio torchio, l'attuale cappella che Végé edificò per rendere indelebile il ricordo della strade degli innocenti. Tutti contribuirono alla sua costruzione, chi con le pietre della Dora, chi come Marie De Grivaz, con l'olio di noce che servì alla realizzazione della facciata dipinta dall'artista Italo Mus. Campana e altare furono consacrati dal Vescovo Blanchet nel 1954.

Luigi CAPOZZA - Luca PENSATO