Perrière, Travod (Châtillon), Nuarsaz

Itinerario n. 11

Tra abetaie, caprioli, camosci, corsi d’acqua e scoscesi dirupi degni dell’alta montagna.

Da Perrière dirigersi verso il canalone del Grand Valey e proseguire lungo la mulattiera che conduce verso l’abitato di Travod. In realtà a quest’ultimo si giungerà solo dopo molto cammino all’interno di boschi in cui la fanno da padroni enormi abeti, larici e pini rossi. Il tratto intermedio di strada è caratterizzato da una lunghissima serie di curve e controcurve che servono a condurre in alto l’utente della strada senza per questo stancarsi troppo. La saggezza degli antichi popoli abitanti queste montagne è dunque confermata anche da queste situazioni che possono sembrare secondarie se non addirittura di nessuna importanza. Se la camminata sarà compiuta in silenzio (e se almeno per una volta si eviterà di fumare) si potranno avere incontri con i più maestosi abitatori di questi boschi. Curiosi ma altrettanto paurosi caprioli potranno spiarvi o farsi guardare così come all’apparenza distratti camosci potranno apparire e scomparire su scoscesi e rocce. Anche l’aquila potrà essere vista durante le sue evoluzioni aeree. Se invece non avrete questo privilegio non perdetevi d’animo: simpatici scoiattoli attireranno il vostro interesse e velocissimi topolini di campagna vi ricorderanno che per loro non vi sono periodi di ferie e che la stagione estiva è sempre troppo corta e la necessità di procurarsi cibo per l’inverno saranno d’obbligo a garanzia dei freddi geli e delle nevi della stagione invernale. Camminerete ancora in salita e dopo aver oltrepassato il piccolo villaggio di Travod (piccolo oratorio ottagonale e case rurali) e dopo aver fatto riserva d’acqua al fontanile riprenderete a salire in direzione degli alpeggi di Nuarsaz. Il vostro cammino sarà a zig zag sui confini dei due comuni e solo nella parte alta, ormai giunti a Nuarsaz (1713 m) sarete nuovamente all’interno del comune di Saint-Vincent. Alcuni alpeggi tuttora abitati durante la stagione estiva vi ricorderanno famosi formaggi, giornate lavorative che iniziano prima del sorgere del sole e terminano solo quando questo è ormai lontano oltre l’orizzonte. La quiete di questi luoghi sarà rotta solo dallo scorrere dell’acqua di una sorgente, dai campanacci delle mucche, dall’abbaiare dei cani preposti alla guardia delle mandrie e dalle severe indicazioni dettate dal pastore ai cani. Nessun’altro rumore disturberà la maestosità di questo silenzio e la gioia procurata da questi sentimenti lascerà spazio alla meditazione, alla scoperta delle cime e al desiderio di mangiare qualcosa di appetitoso. Tutto si svolgerà con grande rispetto dell’ambiente, primaria fonte di vita per quelle persone che seppure con enormi difficoltà e problemi continuano a vivere su quelle montagne con i loro figli e i loro armenti. Sulla cima dello Zerbion (vetta che dall’alto dei suoi 2722 m domina l’intera Valle centrale) lo sguardo dolce e nel contempo severo della Vergine (eretta nel corso del 1932 misura complessivamente 15 metri di altezza) ci ricorderanno altri aspetti di fede e il cuore delle mamme di questo paese che lassù la vollero a seguito di un loro voto dopo il primo grande conflitto mondiale. Rientro per la stessa strada.