Saint-Vincent, Moron

Itinerario  7.

Alla ricerca delle radici amministrative della collina e di quelle della millenaria fede dei locali.

Partenza da p.zza Battaglione Aosta, strada per Emarèse fino al ponte di Cillian. Scendere pochi passi verso il torrente e incamminarsi in salita lungo il suo corso. A sinistra resti di un vecchio mulino oggi utilizzato come pollaio. Il sentiero si snoda all’interno di un ricco bosco di castagni e faggi e costeggia per tutto il percorso un canale. La bellezza dei luoghi, la maestosità del bosco e del sottobosco, l’argentino concerto di varie specie di uccelli accompagneranno il vostro cammino fino a Moron (833 m) importante e secolare centro collinare composto da ben sette nuclei. Recenti studi paiono confermare che anche Moron fu nei secoli passati interessata dalla penetrazione dei Walser (popolazione di origine tedesca proveniente dalla Svizzera stanziatasi anche nella nostra collina). L’architettura, numerosi toponimi e cognomi la cui presenza è accertata attraverso vecchie carte confermano questa tesi. Nei secoli passati ognuno di questi sette centri di cui si compone Moron era perfettamente autonomo motivo per cui in ognuno avrete la possibilità di vedere forni per la panificazione –ben 7!-, torchi per la pressatura delle vinacce e resti di mulini per la macinazione del grano e della segale. Per molti secoli Moron è stato al centro della vita amministrativa e sociale della collina di Saint-Vincent (collina che sulle antiche carte è sempre presentata con il nome di Montagne de Saint-Vincent). Qui in due enormi caseggiati affiancati (detti Maison Communale o Les Sales) trovava posto la sede della municipalità della collina (il nostro paese fino alla fine del secolo scorso era rappresentato da ben due sindaci nominati dai residenti del borgo e della collina). Oggi questi volumi arricchiti da meravigliose finestre a goccia rovesciata, monofore e altre testimonianze architettoniche pregevoli sono purtroppo in stato di abbandono. Nella facciata in una nicchia è ancora visibile (seppure con notevole fatica) un dipinto rappresentante san Maurizio patrono della frazione; nel cantonale dell’edificio è stata scolpita una testina apotropaica con l’intento di allontanare il male da quella casa e dai suoi abitanti. Nel retro, in un grande affresco in riquadri dorati, sono raffigurati la Vergine tra due santi. Tutta la frazione è comunque da scoprire in quanto l’architettura rurale ha mantenuto forme e linee originali. Tetti dalle grigie pietre, camini che purtroppo in molti casi non fumano più, fontanili e abbeveratoi sono elementi presenti in quantità a conferma di quanto anzidetto. Numerosissimi rascards e granai testimoniano di un passato in cui la numerosa popolazione del villaggio era totalmente dedita alle colture cerealicole. Il vero gioiello della frazione è però costituito dalla millenaria chiesa (XII° sec.?) edificata in luogo isolato ed estremamente panoramico e posta sotto la protezione di san Maurizio; l’edificio religioso –certamente uno dei più antichi della Valle- è composto da una sola navata con l’abside circolare impreziosito da costoloni in pietra di forma cilindrica. All’interno sono degni di nota i due altari laterali (XVIII° sec.). Nel decennio 1960-‘70 la chiesa venne sottoposta ad un energico intervento di restauro; in quell’occasione venne eliminato l’antico altare e fu demolita la vecchia cantoria. Con i pannelli in noce di questa è stato fatto il rivestimento del presbiterio. L’interno è oggi un po’ spoglio; mancano infatti statue e altri oggetti necessari al culto che sono stati prelevati per il costante pericolo di furto e possono essere oggi ammirati nel Museo d’Arte Sacra costruito all’interno della chiesa del borgo. All’esterno resti di pitture e numerose riproduzioni dello stemma sabaudo a conferma del fatto che la chiesa di Moron ha avuto anche l’interesse di quella nobile famiglia. Dal portico antistante si può spaziare lo sguardo su tutta la Valle centrale, sulla collina, sul m. Zerbion e su altre cime. Il ritorno può avvenire scendendo nella valletta a ponente della chiesa fino in località Romillod a lato cioè delle Vecchie Terme.