Salirod, Petit e Grand Rhun, Colle di Joux

Itinerario n. 13

Tra campi trasformati in prati, agresti villaggi e impianti invernali di risalita.

Partenza dal villaggio di Salirod (vecchi rascards, granai in legno, forno per la panificazione risalente nelle sue forme originali al XVII° sec., un'infinità di architravi in legno con impresse croci e date, Cappella dedicata a san Bartolomeo risalente al 11 luglio 1774 e affresco del Redentore su casa privata); oltre a questo nel villaggio avremo la possibilità di visitare le moderne cantine del locale caseificio all’interno delle quali sono conservate e stagionate prelibate forme di fontina che potremo acquistare unitamente ad altri articoli prodotti in loco. Ci dirigiamo ora a levante in quello che può essere considerato come il più bel balcone sulla Valle centrale; lo sguardo corre ammirato su tutte le cime e tra tutte una menzione speciale merita sicuramente la vetta del Monte Bianco che pare quasi giocare a nascondino dietro altre vette. Il Monte Emilius, il Barbeston, lo Zerbion e le Dame di Challant sembrano invece proteggere il bacino di Saint-Vincent dai freddi venti del nord e di fatto questa cosa è stata accertata da studi specifichi. Parallelamente riparano …dai segnali televisivi. Poco oltre il villaggio di Salirod una miriade di tralicci in metallo, antenne paraboliche e altri avveniristici manufatti hanno trasformato il paesaggio che certamente non è tra i più deliziosi e ameni ma com’è ovvio anche il progresso vuole la sua parte. Da questo villaggio, lungo un piccolo corso d’acqua, e in mezzo a prati foraggeri un tempo ricchi campi di cereali, giungiamo a Petit-Rhun (1317m). Ancora una volta il toponimo di questo centro rurale, oggi purtroppo quasi abbandonato a sé stesso, richiama alla mente le popolazioni Walser, il loro lavoro e il loro gusto –frutto di secolare sapienza- circa l’edificazione di strutture abitative e rurali. Nel villaggio sono presenti grandi rascards, un affresco su impianto del XVI° sec., architravi lapidei con date e croci e infine a ponente del villaggio il vecchio forno. Lasciato questo villaggio eccoci al Grand-Rhun le cui origini sembrano non molto dissimili da quelle del Petit-Rhun. Il centro si caratterizza per una elegante ruralità e per forme e soluzioni costruttive di notevole interesse storico e artistico. Non distante dalla strada ecco l’antico forno semi-nascosto da rascards e in una stradina interna alla frazione ammiriamo un affresco ovale contenente una Madonna con Bambino e su altra casa ancora un affresco risalente al 1708 rappresentante la Madonna Nera d’Oropa, e i santi Vincenzo, Barbara, Lorenzo e Anna. Particolare interessante è il fatto che entrambi i villaggi –seppur densamente abitati nei secoli passati- non hanno una cappella. Dal Grand-Rhun ci dirigiamo verso l’alto attraversando alcuni pascoli entro cui sono alcune costruzioni utilizzate come stalle per il ricovero degli armenti o del fieno per l’inverno. Eccoci ormai alla stazione di partenza degli impianti sciistici del Colle di Joux. Le poche case raccolte su di un promontorio (un tempo lago di origine glaciale oggi scomparso a causa della poca intelligenza dell’uomo che così dispose recentemente per favorire e per edificare un grande parcheggio) si chiamano Palud. Qui la storia si mescola al turismo e all’agricoltura e alla pastorizia che i locali non hanno mai abbandonato. L’arrivo della strada, la nascita della stazione da sci, i turisti e gli alberghi non sono comunque riusciti a snaturare un luogo che per una grande serie di motivazioni conserva paesaggi e, in questi, emozioni irripetibili e ineguagliabili.